Riprendo una notizia di tre settimane fa, "bloccata in fase pre-blog" a causa della parentesi elettoral-referendaria. Il Consiglio Provinciale ha approvato il 31 maggio una mozione sui fondi regionali "sottratti" al commercio equosolidale, promossa dalla consigliera democratica Caterina Romeo e condivisa da tutti i capigruppo di maggioranza: il documento sollecita il Presidente Saitta e la Giunta a chiedere alla Regione di ripristinare i fondi nell’assestamento di bilancio 2011, per garantire l’applicazione della legge regionale 2009 che finanzia il commercio equosolidale (principalmente nella parte relativa ai progetti di promozione e sensibilizzazione).
Come già raccontato a suo tempo nel post "Piemonte iniquo e ostile?", appena insediata la giunta Cota aveva decimato i fondi per l'equo, e quest'anno ha tolto quel poco che restava. Sul sito del gruppo provinciale del PD è riassunto l'intervento di Caterina Romeo.
“La Regione aveva regolamentato questo settore – ha affermato Romeo nell’illustrazione del documento – che è commercio e che ha un indotto di botteghe di persone che vi lavorano e vi mantengono le proprie famiglie. Se la Regione si è dotata di una legge e ha chiesto alle botteghe di riunirsi in coordinamento significa che stiamo parlando di un settore rilevante del commercio su cui l’attuale governo regionale è totalmente inadempiente. Abbiamo assistito, all’inizio della legislatura, ad annunci di provvedimenti imminenti sull’intero settore commerciale che, però, poi non abbiamo visto e quindi non si è capito quale sia l’impostazione che la maggioranza regionale vuole dare su questo tema complessivamente”. I fondi regionali nel frattempo sono passati da 300.000 a 30.000 euro: “Quindi sostanzialmente azzerati e non è perciò possibile presentare alcun serio progetto. Chiediamo pertanto che la Provincia e l’Assessore competente si attivino presso la Regione, perché riteniamo che sia un fatto grave che l’intero settore commerciale e anche il commercio equosolidale non abbiano certezze per il futuro”.
Riporto alcuni passaggi del dibattito consiliare sul documento, sintetizzato sul sito della Provincia, da cui emergono le posizioni dei partiti sul commercio equo.
Ecco, qui viene detto chiaramente dalla parte interessata quanto si era ipotizzato nel post di febbraio: la giunta di destra ha tolto i fondi a una realtà perchè considerata di sinistra.
Quello che non è chiaro ai finti alfieri del libero mercato, o forse quello non vogliono dire, è che l'aiuto più o meno diretto alle "realtà a noi vicine" rischia di falsare un po' il mercato, al contrario del sostegno alla promozione culturale del commercio equo che non falsa, ma informa su come funziona l'economia e suggerisce un'alternativa più rispettosa dell'uomo.
Riporto infine il testo completo della mozione.
CONSIGLIO PROVINCIALE DI TORINO
All. N. 218 al punto f bis) dell'o.d.g.
PROPOSTA DI MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ROMEO, LUBATTI, BARBIERI, FERRENTINO, VELARDO, DEVIETTI GOGGIA E PINO AVENTE QUALE OGGETTO: “RIFINANZIAMENTO DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE”.
N. Protocollo: 5758/2011
CONSIDERATO CHE
-con la Legge regionale 28 ottobre 2009 n. 26 – “Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale”, la Regione Piemonte si è posta all’avanguardia tra le Regioni italiane nell’agevolare le relazioni commerciali fra produttori del Sud del mondo e consumatori nonché nell’affermare un modello di consumo socialmente responsabile;
-la Giunta regionale, in più riprese, ha azzerato i fondi previsti dalla suddetta Legge n°26 del 28 ottobre 2009;
-già in fase di assestamento di bilancio 2010 la Regione aveva previsto la riduzione dello stanziamento da 300mila a 30mila euro, rendendo di fatto impossibile l’attuazione di buona parte delle azioni previste;
-in autunno è stata nominata la Consulta delle organizzazioni del commercio equo e solidale e da allora le organizzazioni hanno atteso il bando regionale per poter avviare le iniziative di sensibilizzazione con il budget disponibile, come previsto dalla legge regionale;
-ad inizio gennaio 2011 gli uffici regionali competenti hanno comunicato alle organizzazioni del commercio equo e solidale che i fondi stanziati per il 2010 non erano più disponibili e che nel bilancio preventivo del 2011 non era prevista alcuna spesa a carico della Regione a copertura di iniziative sul commercio equo e solidale;
-Attualmente sono 9 le regioni in cui sono state approvate le "leggi equosolidali": dopo i primi risultati in Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 si sono aggiunte il Piemonte (L.R. n. 26 del 28.10.2009), l'Emilia Romagna (L.R. n. 26 del 29.12.2009) e il Veneto (L.R. n. 6 del 22.1.2010). Il Piemonte rappresenta oggi un'eccezione rispetto alle altre Regioni dotate di una normativa equosolidale, le quali hanno già reso operative le proprie leggi, provvedendo a sostenere le organizzazioni di fair trade del territorio;
VERIFICATO CHE
-tale decisione rappresenta la fine di un lungo percorso che dal 2006 ad oggi ha coinvolto una trentina di realtà non profit, riunitesi appositamente nel Coordinamento delle Organizzazioni Piemontesi di Commercio Equo e Solidale, il cui progetto aveva raccolto consenso da una parte significativa dei gruppi consiliari, portando nel 2007 ad un progetto di legge, poi tramutato in legge, largamente condiviso e bipartisan;
VERIFICATO ANCORA CHE
-In Provincia di Torino si contano 9 organizzazioni no profit che si dedicano al commercio equo e solidale e che gestiscono un totale di 17 “Botteghe del Mondo”, punti vendita dei prodotti equosolidali che si configurano come luoghi di aggregazione e informazione, punti di riferimento per attività di sensibilizzazione sul consumo responsabile;
-In Piemonte si contano oltre 60 “Botteghe del Mondo”, Le cooperative e associazioni che li gestiscono raccolgono oltre 5.000 cittadini associati, circa 700 volontari e danno lavoro a 150 persone;
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI TORINO
nell’esprimere la propria contrarietà all’azzeramento dei fondi previsti dalla Legge n°26 del 28 ottobre 2009 -"Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale", anche perché tale atto vanifica il lavoro di anni realizzato in modo partecipato e condiviso a più livelli, sul piano politico e amministrativo;
IMPEGNA
Il Presidente e l’Assessore competente:
ad esprimersi in tal senso presso la Giunta Regionale richiedendo di ripristinare i fondi nell’assestamento di bilancio 2011 per garantire la piena applicazione operativa delle L.R. 26/2009 e per garantire, come avviene nelle altre Regioni italiane, un ruolo e un futuro al commercio equo e solidale in Piemonte e nella provincia di Torino.
Torino, 17 febbraio 2011
Firmato in originale dai presentatori
Massimo
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