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lunedì 20 giugno 2011

Mozione sui fondi per l'equosolidale

Riprendo una notizia di tre settimane fa, "bloccata in fase pre-blog" a causa della parentesi elettoral-referendaria. Il Consiglio Provinciale ha approvato il 31 maggio una mozione sui fondi regionali "sottratti" al commercio equosolidale, promossa dalla consigliera democratica Caterina Romeo e condivisa da tutti i capigruppo di maggioranza: il documento sollecita il Presidente Saitta e la Giunta a chiedere alla Regione di ripristinare i fondi nell’assestamento di bilancio 2011, per garantire l’applicazione della legge regionale 2009 che finanzia il commercio equosolidale (principalmente nella parte relativa ai progetti di promozione e sensibilizzazione).

Come già raccontato a suo tempo nel post "Piemonte iniquo e ostile?", appena insediata la giunta Cota aveva decimato i fondi per l'equo, e quest'anno ha tolto quel poco che restava. Sul sito del gruppo provinciale del PD è riassunto l'intervento di Caterina Romeo.

“La Regione aveva regolamentato questo settore – ha affermato Romeo nell’illustrazione del documento – che è commercio e che ha un indotto di botteghe di persone che vi lavorano e vi mantengono le proprie famiglie. Se la Regione si è dotata di una legge e ha chiesto alle botteghe di riunirsi in coordinamento significa che stiamo parlando di un settore rilevante del commercio su cui l’attuale governo regionale è totalmente inadempiente. Abbiamo assistito, all’inizio della legislatura, ad annunci di provvedimenti imminenti sull’intero settore commerciale che, però, poi non abbiamo visto e quindi non si è capito quale sia l’impostazione che la maggioranza regionale vuole dare su questo tema complessivamente”. I fondi regionali nel frattempo sono passati da 300.000 a 30.000 euro: “Quindi sostanzialmente azzerati e non è perciò possibile presentare alcun serio progetto. Chiediamo pertanto che la Provincia e l’Assessore competente si attivino presso la Regione, perché riteniamo che sia un fatto grave che l’intero settore commerciale e anche il commercio equosolidale non abbiano certezze per il futuro”.

Riporto alcuni passaggi del dibattito consiliare sul documento, sintetizzato sul sito della Provincia, da cui emergono le posizioni dei partiti sul commercio equo.

Franco Papotti (Pdl), nell'annunciare il voto contrario del suo gruppo, ha motivato la scelta della Regione sulla base della differente impostazione politica dell'attuale maggioranza regionale rispetto a quella che ha varato la legge. "Non discuto la qualità dei prodotti del mercato equo e solidale" ha aggiunto Papotti, "ma da qui a riconoscere che nella politica commerciale della Regione abbiano una valenza significativa ce ne passa. Semplicemente, si è deciso di impiegare i fondi disponibili per valorizzare le imprese di questo territorio. È un problema di priorità, soprattutto in anni di coperta corta".
Quindi, par di capire, secondo Papotti le cooperative locali di commercio equosolidale non sono abbastanza significative.
Il capogruppo di "Sinistra per la Provincia di Torino" Antonio Ferrentino ha invitato l'assemblea a votare a favore della mozione: "Quei soldi servivano a sensibilizzare i cittadini sulle problematiche dei popoli del sud del mondo, a migliorare il reddito di questi ultimi tagliando passaggi intermedi".
Infatti il finanziamento regionale, come spiegato nel post già citato, non avrebbe favorito l'attività commerciale bensì i progetti di sensibilizzazione.
"Chissà poi se la Giunta Bresso quei soldi li avrebbe stanziati davvero, visto il bilancio dissestato che ci ha lasciato" è intervenuta Patrizia Borgarello. "Ci pare giusto dare la precedenza alle realtà a noi vicine".
Questa signora, che in un recente dibattito elettorale al SS. Nome di Maria aveva deriso l'uso della bicicletta senza intuire di non avere davanti un gruppo di cumenda con la fabrichetta e il SUV, sottintende che il mondo dell'equo non è vicino alla Lega, ma un suo collega si spingerà un po' più in là: nell'intervento conclusivo emerge più chiaramente il senso del taglio fatto dalla Giunta Cota.

Il dibattito si è concluso con le parole del consigliere Giacometto (Pdl): "Io, da liberale, al mercato equo e solidale preferisco quello libero e competitivo. La legge in questione era un segnale di carattere elettorale indirizzato a mondi che guardano a sinistra. Il previsionale 2010 era sovrastimato, le coperture finanziarie non ci sarebbero state e non ci sono, visto che la Giunta regionale attuale investe tutto quello che può nel lavoro".

Ecco, qui viene detto chiaramente dalla parte interessata quanto si era ipotizzato nel post di febbraio: la giunta di destra ha tolto i fondi a una realtà perchè considerata di sinistra.

Quello che non è chiaro ai finti alfieri del libero mercato, o forse quello non vogliono dire, è che l'aiuto più o meno diretto alle "realtà a noi vicine" rischia di falsare un po' il mercato, al contrario del sostegno alla promozione culturale del commercio equo che non falsa, ma informa su come funziona l'economia e suggerisce un'alternativa più rispettosa dell'uomo.


La mozione è stata approvata con 23 voti a favore e 9 contrari. Difficile che faccia ripristinare i fondi regionali, anche perchè il segreto di Pulcinella - il senso del taglio - è stato "svelato", ma potrebbe essere l'occasione per pubblicizzare nuovamente l'intera la vicenda e smuovere un po' l'opinione pubblica, su un ambito di tagli meno ampio e visibile rispetto, ad esempio, alla Sanità, dove invece i cittadini vedono più facilmente gli effetti e i disservizi.

Riporto infine il testo completo della mozione.

CONSIGLIO PROVINCIALE DI TORINO

All. N. 218 al punto f bis) dell'o.d.g.

PROPOSTA DI MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ROMEO, LUBATTI, BARBIERI, FERRENTINO, VELARDO, DEVIETTI GOGGIA E PINO AVENTE QUALE OGGETTO: “RIFINANZIAMENTO DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE”.

N. Protocollo: 5758/2011

CONSIDERATO CHE

-con la Legge regionale 28 ottobre 2009 n. 26 – “Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale”, la Regione Piemonte si è posta all’avanguardia tra le Regioni italiane nell’agevolare le relazioni commerciali fra produttori del Sud del mondo e consumatori nonché nell’affermare un modello di consumo socialmente responsabile;

-la Giunta regionale, in più riprese, ha azzerato i fondi previsti dalla suddetta Legge n°26 del 28 ottobre 2009;

-già in fase di assestamento di bilancio 2010 la Regione aveva previsto la riduzione dello stanziamento da 300mila a 30mila euro, rendendo di fatto impossibile l’attuazione di buona parte delle azioni previste;

-in autunno è stata nominata la Consulta delle organizzazioni del commercio equo e solidale e da allora le organizzazioni hanno atteso il bando regionale per poter avviare le iniziative di sensibilizzazione con il budget disponibile, come previsto dalla legge regionale;

-ad inizio gennaio 2011 gli uffici regionali competenti hanno comunicato alle organizzazioni del commercio equo e solidale che i fondi stanziati per il 2010 non erano più disponibili e che nel bilancio preventivo del 2011 non era prevista alcuna spesa a carico della Regione a copertura di iniziative sul commercio equo e solidale;

-Attualmente sono 9 le regioni in cui sono state approvate le "leggi equosolidali": dopo i primi risultati in Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 si sono aggiunte il Piemonte (L.R. n. 26 del 28.10.2009), l'Emilia Romagna (L.R. n. 26 del 29.12.2009) e il Veneto (L.R. n. 6 del 22.1.2010). Il Piemonte rappresenta oggi un'eccezione rispetto alle altre Regioni dotate di una normativa equosolidale, le quali hanno già reso operative le proprie leggi, provvedendo a sostenere le organizzazioni di fair trade del territorio;

VERIFICATO CHE

-tale decisione rappresenta la fine di un lungo percorso che dal 2006 ad oggi ha coinvolto una trentina di realtà non profit, riunitesi appositamente nel Coordinamento delle Organizzazioni Piemontesi di Commercio Equo e Solidale, il cui progetto aveva raccolto consenso da una parte significativa dei gruppi consiliari, portando nel 2007 ad un progetto di legge, poi tramutato in legge, largamente condiviso e bipartisan;

VERIFICATO ANCORA CHE

-In Provincia di Torino si contano 9 organizzazioni no profit che si dedicano al commercio equo e solidale e che gestiscono un totale di 17 “Botteghe del Mondo”, punti vendita dei prodotti equosolidali che si configurano come luoghi di aggregazione e informazione, punti di riferimento per attività di sensibilizzazione sul consumo responsabile;

-In Piemonte si contano oltre 60 “Botteghe del Mondo”, Le cooperative e associazioni che li gestiscono raccolgono oltre 5.000 cittadini associati, circa 700 volontari e danno lavoro a 150 persone;

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI TORINO

nell’esprimere la propria contrarietà all’azzeramento dei fondi previsti dalla Legge n°26 del 28 ottobre 2009 -"Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale", anche perché tale atto vanifica il lavoro di anni realizzato in modo partecipato e condiviso a più livelli, sul piano politico e amministrativo;

IMPEGNA

Il Presidente e l’Assessore competente:

ad esprimersi in tal senso presso la Giunta Regionale richiedendo di ripristinare i fondi nell’assestamento di bilancio 2011 per garantire la piena applicazione operativa delle L.R. 26/2009 e per garantire, come avviene nelle altre Regioni italiane, un ruolo e un futuro al commercio equo e solidale in Piemonte e nella provincia di Torino.

Torino, 17 febbraio 2011

Firmato in originale dai presentatori




Massimo

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