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venerdì 23 luglio 2010

Post leggero sui mondiali africani

In questo periodo di stanca del blog, attendo un po' più di calma per raccontare qualcosa del viaggio che ho fatto in Terra Santa a inizio luglio. Intanto rompo il ghiaccio con un tema più leggero e ormai "retrò": provo a fare il punto sui primi mondiali di calcio giocati in Africa, a mio avviso originali per una serie di motivi che vado ad elencare. Il mondiale "africano" ha visto uscire nella fase a gironi tutte le squadre del "continente nero" tranne il Ghana. C'è da dire che Sudafrica e Costa D'Avorio hanno sfiorato la qualificazione. Complice la simpatia per le squadre del continente, ho rivolto appassionatamente al Ghana il mio tifo dopo la penosa eliminazione dell'Italia, e dopo le disfatte della Juve, degli azzurri e delle Black Stars inizio a pensare che potrebbe essere utile tifare per le squadre che voglio veder perdere... L'andamento dei mondiali è stato anomalo anche nell'equilibrio tra i 2 continenti tradionalmente più forti, Europa e Sudamerica. Dopo la fase a gironi, i giornalisti annunciavano il tramonto del calcio europeo: eliminate Italia e Francia - finaliste nel 2006 - Danimarca, Grecia, Serbia, Svizera, Slovenia. Restavano in lizza 6 squadre del vecchio continente, meno della metà delle 13 nazionali partecipanti. L'en plein delle 5 squadre sudamericane, tutte qualificate agli ottavi, annunciava un mondiale "latino", con Brasile e Argentina che sembravano avere una marcia in più. E invece le due corazzate sono uscite ai quarti (la prima per sbadataggine, la seconda spazzata via dalla Germania). Perciò, a sorpresa, in semifinale l'unico rappresentante latinoamericano è l'Uruguay, e le finaliste sono due europee che non hanno mai vinto il titolo. Il trionfo va alla Spagna, alla sua prima finale, che colleziona una "doppietta" Europei-Mondiali. Come già fatto notare da altri, tutte le stelle attese ed acclamate dallo spot Ni*e non hanno brillato (per usare un eufemismo): Cannavaro non era più il muro di Berlino ma la bella statuina, Drogba si è rotto il braccio (e la Costa D'Avorio non si è qualificata), Ribery e Henry non hanno impedito alla Francia di arrivare quarta nel girone con un solo punto, il Portogallo di Cristiano Ronaldo è uscito agli ottavi (e "CR9" ha abbandonato il campo sputando sulla telecamera), Rooney è stato contestato dai connazionali ben prima del 4-1 inflitto dai tedeschi agli inglesi. Mai come in questa edizione le polemiche si sono abbattute sul pallone ufficiale: molti commentatori ritengono che Jabulani, particolarmente leggero e dalle traiettorie anomale, sia stato la causa di molti errori nei passaggi, nei tiri, e nelle parate (ma molte papere dei portieri sembravano "naturali").
Il tormentone Vuvuzela ha trasformato un oggetto di plastica in un fenomeno di costume: una semplice trombetta ha scatenato polemiche per l'alto volume e il rumore fastidioso, anche se molti ipotizzano che il suono fosse trasmesso dagli altoparlanti, visto che in tv non si vedevano tante persone impegnate a suonarle con continuità, e visto che è un'attività meno semplice di quel che sembra.
Ho provato la mitica Vuvuzela e mi sembra davvero difficile che fossero così tanti a suonarla da produrre un suono molto forte, uniforme e continuo per tutta la partita.
In ogni caso, durante i mondiali sono comparsi anche i software per filtrare la frequenza delle vuvuzela e garantire un'audio meno disturbato alle telecronache. Non ricordo precedenti di un gadget legato a un singolo evento sportivo che abbia fatto tanto "rumore"... Si parla già di spartiti "monotoni" per vuvuzela. Ma niente a che fare con la musica. Waka Waka!




Massimo

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