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lunedì 11 aprile 2016

Referendum 17 aprile - Proroga concessioni per estrarre idrocarburi

Manca meno di una settimana al referendum. Contrariamente al "messaggio che passa", non si vota su nuove trivellazioni (nelle prime 12 miglia di costa già adesso non sono ammesse) ma sul rinnovo delle concessioni, più precisamente l'abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all'esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Se il referendum approverà l'abrogazione, le concessioni giungeranno alla scadenza prevista senza poter essere rinnovate ulteriormente.
Si è dato un valore politico-ambientalista (e ideologico, anti Renzi) a un quesito che, ancora una volta, è molto tecnico, più adatto alla legislazione parlamentare/governativa che al referendum popolare: trovo argomentazioni ragionevoli sia nelle ragioni (ambientaliste) del SI, sia in quelle (pragmatiche) del NO. 


In casi complessi come questo, dove può giocare un ruolo determinante la fiducia che riponiamo nei promotori delle posizioni, o il peso che diamo ad alcuni dati (magari un po' strumentalizzati) piuttosto che ad altri: per un voto consapevole può essere molto utile un sano reality check, come quello del sito butac.it. Per esempio, l'impatto del referendum sull'estrazione di petrolio (quella più inquinante, su cui punta la campagna del SI), è piuttosto basso. Delle "nostre" 135 piattaforme marine, quasi un terzo non è interessato dal referendum (perchè oltre le 12 miglia). Delle 92 interessate, metà non sono operative. Di quelle che in funzione attualmente, solo il 20% (10) estrapetrolio, dalle altre ricaviamo solo gas. 

Credo fermamente che si debbano aumentare gli sforzi per passare più velocemente possibile alle fonti rinnovabili. Ma nel caso delle estrazioni di idrocarburi, invece di fermare definitivamente le proroghe alle concessioni avrebbe forse più senso aumentare le royalties pagate dalle società (come dicono i sostenitori del SI) e valutare ogni proroga di concessione (mentre la vittoria del SI eliminerebbe le proroghe). Non sfruttare un giacimento per il quale si è già fatta la trivellazione non mi sembra così ecologico. Inoltre definirei poco sostenibile eliminare frettolosamente l'uso del gas, o comprarlo all'estero anzichè estrarlo in casa da impianti già esistenti.

Sono molto contrariato dal fatto che il referendum si svolga in una data diversa da quella delle elezioni, sprecando un sacco di soldi pubblici: va detto, a onor del vero, che l'attuale normativa prevede l'accorpamento solo per le elezioni. Urge, dunque, una modifica della normativa.

Si tratta del primo referendum abrogativo chiesto da almeno cinque Consigli regionali nella storia della Repubblica Italiana: i precedenti 66 quesiti referendari votati dal 1974 furono richiesti tramite raccolta di firme dei cittadini. Altri quesiti chiesti dalle Regioni sono stati sostanzialmente recepiti dalle modifiche alla Legge di Stabilità e dunque non sono stati giudicati ammissibili dalla Corte di Cassazione. 

Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)", limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?


LO SGUARDO 2.0
Al quesito di domenica 17 il gruppo Michele Pellegrino ha dedicato il quinto numero de "Lo Sguardo 2.0", andato "a ruba" (ma in tiratura limitata) nel week end appena concluso. Ma non temete (!), ci sono il pdf da scaricare e le immagini delle singole pagine.








Massimo

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