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lunedì 18 agosto 2014

Il ritorno del Re (dell'horror)

Un post veloce veloce per togliere la polvere dal blog dopo la pausa per le ferie. In teoria in vacanza uno ha più tempo, ma la dotazione tecnologica da viaggio non invita a scrivere qualcosa di più lungo di un tweet o un commento.

Torno a parlare di libri (e presto, spero, anche di politica e musica rock), in particolare di Stephen King. Quest'anno l'ho un po' recuperato, leggendo
"22/11/'63", "Joyland" e "Doctor Sleep" (una sorta di seguito di "Shining"): sul secondo e il terzo magari scriverò qualcosa prossimamente, ho trovato entrambi belli ma non eccezionali, e con un inizio faticoso... Qualche parola in più  merita 22/11/'63: dopo diverse uscite sottotono, o comunque non all'altezza dei suoi "classici", il re dell'horror ha sfornato un romanzo bellissimo proprio allontanandosi dal genere che l'ha reso famoso. 

22/11/'63 ha infatti i viaggi nel tempo come unico elemento che può essere considerato "soprannaturale" (inteso come fenomeno che vada oltre l'ordine della natura e le leggi della fisica). Il protagonista, attraverso un curioso "portale" che lo trasporta sistematicamente nel 1958, cerca di impedire l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Ogni ritorno al presente (il 2011), comporta l'annullamento dei cambiamenti apportati al passato. Il romanzo, molto ben accolto dalla critica, viene considerato comunque più storico che di fantascienza. In almeno un liceo torinese (fonte: nipoti) ne viene consigliata la lettura.

La copertina del libro (edizione originale)
Fonte: http://112263book.com/


Tolto l'horror, rimangono gli altri elementi portanti della narrativa di Stephen King: ci si appassiona ai protagonisti, alle loro vicende e si desidera procedere nella lettura per vedere come va a finire (anche se i finali non sono certo il pezzo forte del "Re"). Vengono citati eventi di alcuni romanzi precedenti, come "IT", con cui 22/11/'63 condivide un'interessante narrazione dell'America degli anni 50-60, periodo della gioventù dell'autore. Sono presenti inoltre diversi riferimenti autobiografici, sebbene il protagonista non sia uno scrittore. Consiglio il libro a chi aveva abbandonato King per noia o perchè la qualità era calata, e a chi l'ha sempre evitato perchè "truculento". 

Sul ritorno di King ai grandi romanzi, prova a dare una spiegazione Antonio D'Orrico (Corriere della Sera)
"Da tempo Stephen King non era più lui [...] Secondo alcuni, la crisi dello scrittore risaliva al 1999 quando fu investito  [...] Secondo me, la crisi preesisteva. Sui motivi c’era solo da sbizzarrirsi. C’è chi diceva: «Troppi soldi, troppo successo». [...] Altri sostenevano che non aveva più sete (nel senso che aveva smesso di bere e gli si era prosciugata l’ispirazione). Personalmente, propendevo per la pista coniugale. La moglie di King, Tabitha, ha sempre preteso di essere scrittrice anche lei. In nome delle pari opportunità e delle quote rosa letterarie, deve avere talmente stressato il povero Stephen da fargli venire un paralizzante senso di colpa in merito al portentoso talento di cui madre natura lo ha dotato. Insomma, sembravano ormai al game over. E, invece, no. Qualsiasi cosa sia accaduta in questi anni di crisi ha smesso di accadere nel momento in cui King, ripescando un’idea di quando era sconosciuto, ha scritto 22-11-1963, il giorno in cui Lee Oswald uccise John Fitzgerald Kennedy a Dallas, la data spartiacque dopo il quale l’America non è più stata la stessa. [...] Dopo tante stupende storie diaboliche, Stephen King ha scritto il più divino dei suoi romanzi"




Massimo

2 commenti:

pietroizzo ha detto...

Quel romanzo in effetti è stato una piacevole sorpresa, dopo alcune prove non esaltanti (io dopo Mucchiod'ossa mi ero un po' fermato)... ;-)

Massimo Sola ha detto...

Benvenuto nel ristretto club dei commentatori :-)
Hai mollato il Re prima ancora dell'incidente ;-)
Tolti i fantasy e quelli sotto pseudonimo, credo di aver letto almeno l'80% dei suoi romanzi: 22/11/'63 è decisamente il migliore "post-incidente". Forse persino dai tempi di IT e Misery (Le notti di Salem, Shining e L'ombra dello scorpione sono degli anni '70).

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