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mercoledì 8 giugno 2011

Appello al voto per i Referendum del 12 e 13 giugno

Il 12 e 13 giugno abbiamo la possibilità di fermare due grandi pericoli per il nostro futuro, la privatizzazione dell'acqua e il ritorno al nucleare. Vi invito quindi calorosamente ad andare a votare, già domenica mattina (per far sì che i dati diffusi sull'affluenza siano alti e passi il messaggio che è possibile raggiungere il quorum).
Oltretutto potremo cancellare il legittimo impedimento, una delle tante vergogne giuridiche messe in piedi per tenere il premier lontano dal carcere.

Giovedì 9 all 21 presso la parrocchia Santissimo Nome di Maria, in via Guido Reni 96/140 a Torino, il Gruppo Michele Pellegrino ha organizzato un dibattito per parlare dei quesiti referendari del 12 e 13 marzo, in particolare quelli sull'acqua e sul nucleare. Interverranno Claudio Bel
lavita del comitato Acqua Bene Comune e il fisico Emanuela Negri.


Nonostante la Tv di Stato ne parli poco e male, a dispetto dei tentativi pietosi del premier e del governo di far saltare la consultazione voluta dagli italiani, il 12 e 13 giugno siamo chiamati a votare sul 4 quesiti.
1. (ACQUA - Scheda Rossa) abrogazione dell’articolo “decreto Ronchi” sulla modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici, tra cui l'acqua
2.
(ACQUA - Scheda Gialla) cancellazione di parte Decreto Legge 152/2006 sulla determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato, in particolare sull’adeguatezza della remunerazione del capitale investito
3. (NUCLEARE - Scheda grigia) Abrogazione delle norme che permettono la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.
4. (LEGITTIMO IMPEDIMENTO -
Scheda verde) cancellazione della Legge 51/2010, sull'impedimento a comparire in udienza, che prevede per premier e i ministri che le attività istituzionali costituiscano legittimo impedimento a comparire come imputati nelle udienze dei procedimenti penali. Il quesito referendario è stato riformulato tenendo presente quanto deciso nel frattempo dalla Corte Costituzionale (la quale ha ritenuto illegittime parti della Legge in questione).



Riporto una descrizione più anatica, a cura del Gruppo di Informazione Politica “Michele Pellegrino”, del contenuto dei referendum e delle conseguenze del voto.


QUESITO N. 1 (SCHEDA ROSSA) ACQUA

Con il quesito n. 1 si chiede l'abrogazione dell’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, come modificato in particolare dalla legge 166/2009, nota come “decreto Ronchi”, sulla modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua, rifiuti, trasporti locali).

Rientra quindi in questo ambito il servizio la gestione della distribuzione dell’acqua.

L’articolo oggetto del referendum prevede che tale servizio sia affidato, “in via ordinaria” a società private o a società miste pubbliche - private in cui la componente privata sia almeno del 40%.

Se non si raggiunge il quorum o se vince il NO

Comuni e province saranno costretti ad affidare, tramite gara, la gestione della distribuzione dell’acqua ad aziende private o comunque con soci privati almeno al 40%.

Se vince il SI

Comuni e province potranno affidare in modo diretto la gestione della distribuzione dell’acqua ad aziende interamente pubbliche; questa modalità è compatibile con la normativa europea. Nel caso di vittoria del sì, non si perderebbero la possibilità di dare in parte la gestione ai privati

QUESITO N. 2 (SCHEDA GIALLA) - ACQUA

Con il quesito n. 2 si chiede la cancellazione di una parte dell’art. 154 del decreto legge 152 del 2006 che riguarda la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato. L'articolo stabilisce che “la tariffa del servizio idrico integrato è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell’Autorità d’ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”.

La Corte Costituzionale ha precisato nella sentenza n. 26 del 26 gennaio 2011 che il servizio idrico integrato è un servizio a rilevanza economica, ovvero deve avvenire secondo il principio della copertura dei costi mediante i ricavi. Essenziale, quindi, secondo questa interpretazione è la sola copertura dei costi.

Se non si raggiunge il quorum o se vince il NO

Gli enti gestori del servizio di distribuzione dell’acqua potranno determinare le tariffe da applicare agli utenti, calcolando anche un guadagno sul capitale investito, quindi ricavando un UTILE dalla gestione.

Se vince il SI

Le tariffe relative al servizio di distribuzione dell’acqua potranno tenere conto solo dei costi di gestione e dell’ammortamento degli investimenti, escludendo quindi che il servizio possa generare un PROFITTO per il gestore


QUESITO N. 3 (SCHEDA GRIGIA) - NUCLEARE

Con il quesito n. 3 si chiede la cancellazione (abrogazione) delle norme che permettono la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. La Corte di Cassazione, pur avendo esaminato le novità presenti nel così detto "decreto omnibus", che prevede al suo interno la sospensione del programma nucleare del governo, ha ammesso il quesito referendario. La richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare (art. 5 commi 1 e 8).

Se non si raggiunge il quorum o se vince il NO

Rimane in vigore la normativa esistente che consente al governo di rilanciare il programma nucleare al termine del periodo di "studio" previsto dal decreto sopra citato.

Se vince il SI

Viene cancellato il programma di costruzione di centrali nucleari in Italia


QUESITO N. 4 (SCHEDA VERDE) - LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Con il quesito n. 4 si chiede la cancellazione (abrogazione) la legge n. 51 del 7 aprile 2010 “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”, che prevede per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri che l’esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti (cioè tutte le attività istituzionali), costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali in cui sono imputati. I giudici in base a questa legge sono obbligati ad accettare la richiesta di legittimo impedimento e rinviare il processo ad altra udienza.

La Corte costituzionale nel gennaio 2011 ha stabilito l’illegittimità di alcuni commi della legge; a seguito di tale sentenza, l’Ufficio Centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione ha stabilito che il referendum sul legittimo impedimento debba esser comunque effettuato e il quesito referendario è stato riformulato tenendo presente quanto deciso dalla Corte Costituzionale

Se non si raggiunge il quorum o se vince il NO

Rimane in vigore la normativa esistente che consentirebbe al Primo ministro ed ai ministri di invocare, seppure con alcune limitazioni, il legittimo impedimento, "in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni (...) attività preparatorie e consequenziali e (...) coessenziale alle funzioni di Governo". Il legittimo impedimento verrebbe concesso automaticamente senza dare più la possibilità al Tribunale di pronunciarsi valutando la validità della richiesta.

Se vince il SI

Viene cancellato questo privilegio riservato esclusivamente al Primo ministro ed ai ministri, pur rimanendo la possibilità di richiedere il legittimo impedimento "effettivo e assoluto" (ad esempio il caso di una malattia), come qualsiasi altro cittadino.

Massimo

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