Senza raggiungere le vette comiche di L'Ondon (o L'Ondhon), Torino riscuote un certo successo. Come riporta "La Stampa", il "Wall Street Journal" tesse le lodi di un luogo decisamente diverso dalle "città industriali" americane. Anche Repubblica, prendendo spunto dal WSJ, segnala altri lusinghieri articoli della stampa internazionale, a partire dal New York Times, che inaugurò il "trend" nell'ottobre dell'anno scorso esaltando Torino come "il più grande centro del cibo e del vino al mondo". Ad Aprile l'Independent per parlare della "Bella addormentata" puntò sugli eccezionali ma poco conosciuti palazzi barocchi, nonché sui 40 musei, la Fiat e della Juventus. Un articolo di agosto su Die Zeit era dedicato al Museo del Cinema ospitato dalla Mole Antonelliana; il mese scorso il Financial Times ci ha descritto come un ibrido tra Parigi e New York, lodando l'architettura, i tramezzini e l'usanza dell'aperitivo (invenzione torinese, anche se, come tutte le altre cose di qui, "ce l'hanno portata via" e nell'immaginario è un'abitudine milanese).
Massimo
2 commenti:
Super.... sembrate in uno studio televisivo, due professionisti.
Un saluto a te, ai tuoi 25 lettori ed a Igor Man, anche se l'ho conosciuto poco per poterlo forse apprenzzare al meglio.
Diego DID
Sembra quasi un commento al post precedente :-)
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