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lunedì 23 novembre 2009

Aggiornamento sull'ipotesi di dormitorio in via Dina

Provo a fare un quadro della vicenda "Dormitorio di via Dina", visto che investe due esigenze importanti: mantenere un servizio sociale importante, e non compromettere uno sforzo di riqualificazione che dura da anni, con ampio utilizzo di soldi pubblici. Negli ultimi mesi i giornali si sono occupati più volte della polemica in corso:

La vicenda del dormitorio è stata gestita in modo discutibile fin dall'inizio, scavalcando la Circoscrizione, tanto per cambiare. L'assessore comunale ai servizi sociali, Marco Borgione, ha individuato nell'ex asilo di via Dina 47 il posto adatto per realizzare un dormitorio per 13 donne. Un servizio che fino a poco tempo fa era fornito in via Quittengo, nella struttura messa a disposizione dalla cooperativa che si era aggiudicata l'ultima gara. Via Dina 47 è, probabilmente, la struttura a disposizione dei servizi sociali che richiede i minori costi e tempi di intervento per essere adattata a dormitorio.

Prendere la decisione senza confrontarsi con la Circoscrizione e - presumibilmente - con l'assessore alle periferie Ilda Curti, oltre a non essere un bel metodo, ha portato a sottovalutare quanto via Dina sia già una zona "difficile" (disagio sociale, dormitorio di Corso Tazzoli a 500 metri), dove da anni è in corso un'opera di riqualificazione tramite il progetto comunitario Urban 2 e il Contratto di Quartiere, incentrato proprio su via Dina.

Collocare in via Dina il dormitorio, oltre ad aggiungere degrado al degrado, è un controsenso rispetto alle risorse umane ed economiche spese in questi anni per la riqualificazione, volta anche a creare un mix sociale diverso rispetto alla "composizione storica" dei residenti di zona.


Inizialmente l'assessorato ha sminuito l'impatto della struttura: in teoria si trattava di 12 madri lavoratrici, momentaneamente senza un posto dove dormire. Il bando definisce le utenti in termini ben diversi, parlando esplicitamente di casi di grave emarginazione. Questo aumenta la necessità di mantenere il servizio, ma evidenzia anche quella di collocarlo in luogo diverso da via Dina.
Se anche la criticità portata dal dormitorio non fosse oggettivamente significativa, resterebbe un segnale contraddittorio e molto difficile da comunicare ai residenti, soprattutto dopo averli tenuti all'oscuro. Scavalcando la Circoscrizione e tralasciando la "preparazione del terreno", il risultato è stato ancora una volta pessimo: i residenti hanno scoperto le intenzioni dell'assessorato chiedendo agli operai che cosa stavano facendo nei locali di via Dina 47, e questi hanno risposto. Da lì la polemica sui quotidiani. E solo a quel punto la Circoscrizione è stata informata. Dai giornali.

Il problema, anche a causa delle polemiche sui giornali, ha assunto le sembianze di una questione personale tra alcuni dei soggetti coinvolti. Nonostante questa dinamica complicasse la gestione, il gruppo del PD della Circoscrizione 2, per chiarire la situazione e trovare una collocazione alternativa, ha cercato di riunire i soggetti competenti e quanti possono contribuire a trovare una soluzione alternativa.

Il dormitorio è essenziale, ma non si possono compromettere gli sforzi di riqualificazione fatti in questi anni, frutto anche di milioni di euro di denaro pubblico. Alcune strutture proposte da noi e dall'Atc si sono rivelate inadatte per questioni tecniche, di agibilità, o di tempi e costi necessari alle opere di adeguamento. Sulle proposte rimando al post di Marco Muzzarelli, di cui condivido le relative considerazioni: sono emerse 4 proposte in mese; se i soggetti interessati fossero stati coinvolti bene e per tempo, si sarebbe trovata molto più facilmente la soluzione ideale.

Siamo certi che l'Amministrazione Comunale di una città di quasi un milione di abitanti abbia a sua disposizione una struttura di 130 metri quadri da destinare a dormitorio, in una zona senza le criticità di via Dina. Non è una questione di "Not In My Back Yard", la collocazione può essere benissimo nel territorio della Circoscrizione 2.

Siamo a pochi mesi dalle elezioni regionali: altre forze politiche stanno già cavalcando la polemica, e in caso di trasferimento della struttura presumibilmente se ne accaparreranno il merito.
Come nel caso di via Baltimora, invece di cavalcare le proteste e fare piazzate sui giornali, il Partito Democratico della Circoscrizione 2 preferisce smuovere l'Amministrazione comunale perché gestisca il territorio tenendone in considerazione le specificità, gli elementi critici e il lavoro fatto per risolverli.


Massimo

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