Pochi presenti, una quarantina, al dibattito di ieri sera tra candidati del Gerbido alle Provinciali, organizzato presso la Parrocchia Santissimo Nome di Maria. Il fatto che la proposta facile sia (da sempre?) più attraente di quella impegnativa, non è l'unica spiegazione. Anche se, come ho avuto modo di dire ieri, le piazze non si riempiono più per le questioni sociali, ma per i concerti di Amici.
C'è anche una sfiducia nei confronti della politica, in gran parte giustificata, in parte rafforzata dall'onda di qualunquismo scatenata da Beppe Grillo (di cui condivido buona parte delle tesi), cavalcata da alcuni partiti, in particolare Lega e IDV, ma che alla fin fine giova a chi resta in sella nonostante gli scandali e i processi.
Tornando al dibattito, per l'ennesima volta ho dovuto constatare il permanere di fastidiosi ostacoli agli sforzi fatti dal gruppo Michele Pellegrino per organizzare questi incontri in modo equilibrato, cercando di offrire un servizio ai parrocchiani e a quanti possono essere interessati a conoscere i candidati prima di andare a votare.
Come accade ormai da anni, i candidati di una certa parte politica preferiscono evitare il confronto, nei casi migliori rifiutando gentilmente l'invito, nei casi peggiori tirandosi indietro all'ultimo momento, o semplicemente non presentandosi.
Anni fa una candidata si lamentò di aver preso botte in piazza Vittorio. In un eccesso di zelo probabilmente sprecato, spesi un po' di tempo a spiegare che - fermo restando la gravità dell'aggressione - sventolare la bandiera di Forza Italia sotto il naso di manifestanti di sinistra e partecipare a un dibattito civile in una parrocchia sono due cose diverse, che comportano rischi diversi. Tra l'altro, la nostra parrocchia non verrebbe definita un covo di comunisti neanche da Emilio Fede, né dal suo idolo. Fatto sta che la candidata non si presentò.
Per questo gli spiacevoli eventi di questi giorni, inserendosi in un filone ormai "storico", difficilmente possono essere considerati combinazioni.
Quest'anno il candidato PDL, dopo aver ricevuto 5 telefonate si è degnato di dirmi che difficilmente sarebbe potuto intervenire al dibattito perché "molto impegnato". Gira voce che nei giorni successivi abbia trovato il tempo per andare dal parroco a chiedergli appoggio elettorale. Speriamo che sia solo una voce. Quantomeno questo signore ha declinato l'invito.
Il candidato UDC ha avvisato di non poter partecipare con un sms, inviato "ben" 2 ore prima del dibattito. Se per alcuni partiti può risultare poco vantaggioso lo sforzo di dialogare con la gente e accettare il confronto, in particolare in parrocchia, sembrava invece una serata utile per un rappresentante dell'UDC.
Veniamo al candidato della Lega, che conosco personalmente perché consigliere in Circoscrizione, e che considero persona corretta. Il giorno prima gli ho spiegato la strada dalla Circoscrizione alla parrocchia, e la sua presenza era confermata. Ieri alle 21, ora in cui era previsto l'inizio del dibattito, non c'era. Dalle 21 alle 21.15 ho provato insistentemente a chiamarlo sul cellulare, che però era staccato. Ho cercato il numero di casa per contattarlo, così ho potuto chiedere spiegazioni: mi ha detto che stava male. E, nonostante i miei sms e telefonate di questi giorni, e nonostante i buoni rapporti di entrambi con il Presidente di Circoscrizione che è in possesso dei numeri di cellulare dei consiglieri, non è riuscito ad avvisarmi perché "non aveva il mio numero". Per questo ho dovuto cercarlo io a casa alle 21.20...
Inizio ad ipotizzare l'esistenza di una maledizione di Montezuma che colpisce i candidati invitati ai nostri dibattiti, scelti però guardando sempre nella stessa direzione.
C'è anche una sfiducia nei confronti della politica, in gran parte giustificata, in parte rafforzata dall'onda di qualunquismo scatenata da Beppe Grillo (di cui condivido buona parte delle tesi), cavalcata da alcuni partiti, in particolare Lega e IDV, ma che alla fin fine giova a chi resta in sella nonostante gli scandali e i processi.
Tornando al dibattito, per l'ennesima volta ho dovuto constatare il permanere di fastidiosi ostacoli agli sforzi fatti dal gruppo Michele Pellegrino per organizzare questi incontri in modo equilibrato, cercando di offrire un servizio ai parrocchiani e a quanti possono essere interessati a conoscere i candidati prima di andare a votare.
Come accade ormai da anni, i candidati di una certa parte politica preferiscono evitare il confronto, nei casi migliori rifiutando gentilmente l'invito, nei casi peggiori tirandosi indietro all'ultimo momento, o semplicemente non presentandosi.
Anni fa una candidata si lamentò di aver preso botte in piazza Vittorio. In un eccesso di zelo probabilmente sprecato, spesi un po' di tempo a spiegare che - fermo restando la gravità dell'aggressione - sventolare la bandiera di Forza Italia sotto il naso di manifestanti di sinistra e partecipare a un dibattito civile in una parrocchia sono due cose diverse, che comportano rischi diversi. Tra l'altro, la nostra parrocchia non verrebbe definita un covo di comunisti neanche da Emilio Fede, né dal suo idolo. Fatto sta che la candidata non si presentò.
Per questo gli spiacevoli eventi di questi giorni, inserendosi in un filone ormai "storico", difficilmente possono essere considerati combinazioni.
Quest'anno il candidato PDL, dopo aver ricevuto 5 telefonate si è degnato di dirmi che difficilmente sarebbe potuto intervenire al dibattito perché "molto impegnato". Gira voce che nei giorni successivi abbia trovato il tempo per andare dal parroco a chiedergli appoggio elettorale. Speriamo che sia solo una voce. Quantomeno questo signore ha declinato l'invito.
Il candidato UDC ha avvisato di non poter partecipare con un sms, inviato "ben" 2 ore prima del dibattito. Se per alcuni partiti può risultare poco vantaggioso lo sforzo di dialogare con la gente e accettare il confronto, in particolare in parrocchia, sembrava invece una serata utile per un rappresentante dell'UDC.
Veniamo al candidato della Lega, che conosco personalmente perché consigliere in Circoscrizione, e che considero persona corretta. Il giorno prima gli ho spiegato la strada dalla Circoscrizione alla parrocchia, e la sua presenza era confermata. Ieri alle 21, ora in cui era previsto l'inizio del dibattito, non c'era. Dalle 21 alle 21.15 ho provato insistentemente a chiamarlo sul cellulare, che però era staccato. Ho cercato il numero di casa per contattarlo, così ho potuto chiedere spiegazioni: mi ha detto che stava male. E, nonostante i miei sms e telefonate di questi giorni, e nonostante i buoni rapporti di entrambi con il Presidente di Circoscrizione che è in possesso dei numeri di cellulare dei consiglieri, non è riuscito ad avvisarmi perché "non aveva il mio numero". Per questo ho dovuto cercarlo io a casa alle 21.20...
Inizio ad ipotizzare l'esistenza di una maledizione di Montezuma che colpisce i candidati invitati ai nostri dibattiti, scelti però guardando sempre nella stessa direzione.
Sembravamo destinati a presentare un dibattito monocolore, facendo la figura di quelli che chiamano solo quelli di una certa parte. E non sarebbe stata la prima volta, perché - appunto - le rinunce dell'ultimo minuto sono una costante per una certa parte politica. Per fortuna, e per caso, era presente in sala il candidato Mauro Petrarulo dell'Alleanza di Centro, che sostiene la Porchietto, con il quale si è potuta confrontare Caterina Romeo, candidata del PD, nella coalizione di Saitta.
Per quanto riguarda gli assenti, ho il sospetto che qualcuno abbia problemi di correttezza e di cominicazione.
Per quanto riguarda gli assenti, ho il sospetto che qualcuno abbia problemi di correttezza e di cominicazione.
Massimo
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