Riprendo ancora dal blog di Fabrizio Giacone, molto attento ad alcuni temi che ritengo fondamentali (ambiente, salute, nonché vicende del quartiere dal punto di vista del cittadino). Spiace "scopiazzare" ma la fonte è citata e queste informazioni mi sembrano davvero importanti e da condividere.
Il codice alfa-numerico stampato sul guscio delle uova in commercio, pur essendo apparentemente anonimo, riporta un dato importante. Il primo numero indica la tipologia di allevamento, che comporta una grande differenza che va da condizioni di vita dignitose per l'animale, a un trattamento mostruoso. Attenzione dunque al primo numero del codice, che va da 1 (biologico) a 4 (gabbia/batteria). Più precisamente:
0 = ALLEVAMENTO BIOLOGICO: una gallina in 10 mq su terreno all'aperto, con vegetazione
1 = ALLEVAMENTO ALL'APERTO: una gallina in 2,5 mq su terreno all'aperto, con vegetazione
2 = ALLEVAMENTO A TERRA: 7 galline in 1 mq su terreno coperto di paglia o sabbia - in capannoni privi di finestre!
3 = ALLEVAMENTO IN GABBIA (O BATTERIA): 25 galline in 1 metro quadrato – in pratica in una scatola di scarpe per tutta la "vita"!
1 = ALLEVAMENTO ALL'APERTO: una gallina in 2,5 mq su terreno all'aperto, con vegetazione
2 = ALLEVAMENTO A TERRA: 7 galline in 1 mq su terreno coperto di paglia o sabbia - in capannoni privi di finestre!
3 = ALLEVAMENTO IN GABBIA (O BATTERIA): 25 galline in 1 metro quadrato – in pratica in una scatola di scarpe per tutta la "vita"!
In Italia (e in Europa) 9 uova su 10 arrivano dalle terribili gabbie. Galline stipate negli allevamenti in batteria, in gabbie di metallo, così piccole da non riuscire nemmeno a muovere le ali. Ammassate in capannoni da cinque piani di gabbie, bombardate per 17 ore al giorno con luce artificiale sparata negli occhi, che non permette loro di dormire, per stimolarle all’inverosimile a produrre uova!
Dal 1° gennaio 2012 sarà vietato l’allevamento delle galline nelle gabbie di batteria. La scadenza, tuttavia, rischia di essere rinviata.
Un pulcino, nei primi 120 giorni di vita, fase in cui da pollastra diventa gallina e produce il primo uovo, subisce 20 vaccinazioni, nonché l'assunzione di molti antibiotici, non necessari.
Vi chiedo di non acquistare più uova con codice 2 e 3!
Al momento di comprare le uova, con una differenza di prezzo di pochi centesimi, possiamo decidere se incoraggiare un sistema disumano, o se invece penalizzarlo per affidarci a chi produce le uova con criteri accettabili. Invito quindi a preferire le uova con codice “0”, e boicottare gli allevamenti incivili, che torturano gli animali e mettono a rischio la nostra salute.
La stima sulla quota di uova prodotte dai terribili allevamenti di tipo 3 va dall'86% (Codacons Piemonte) al 96% (Unione Nazionale Avicoltura). Aggiungo altre informazioni riportate dal sito di terranauta: il 90% delle uova che troviamo sui banchi del supermercato, nonostante le immagini di galline felici presenti sulla confezione, provengono da sistemi di produzione scellerati. Ammassati all’inverosimile gli animali manifestano fin da subito chiari segni di stress che li induce al cannibalismo. A questo punto la "soluzione" non è restituire alla creatura uno spazio vitale sufficiente, bensì il taglio del becco dei pulcini, con recisione del nervo, senza anestesia.
Rinchiuse in capannoni sovraffollati, con ventilazione e illuminazione artificiali, le galline respirano l’aria malsana e satura dell’ammoniaca sviluppata dall’alta concentrazione di feci e urine. La conseguenza è il proliferare di malattie e contagi, cui si "rimedia" con somministrazioni, spesso preventive, di massicce terapie antibiotiche. Dunque la maggior parte delle uova messe sul mercato sono il prodotto della sofferenza e dello stress della gallina, nonché di numerose sostanze nocive. Le uova sono deposte su un nastro trasportatore che automaticamente le raccoglie.
Oltre a quelle già indicate, esistono diciture "di fantasia" riportate sulle confezioni di uova. A “Uova di fattoria” o “Uova di campagna” non corrispondono a reali spazi di libertà, sono diciture senza valore, usate di solito per "mascherare" le uova provenienti da galline in gabbia.
Massimo
1 commento:
Qui non si tratta di scopiazzare ma, come hai detto giustamente tu, di diffondere il più possibile certe notizie. Diffondete gente, diffondete!
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