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lunedì 15 gennaio 2007

Galeotto fu il passaggio all'euro

Non si tratta dell'ennesimo, giustificato monito sul rincaro dei prezzi favorito dal passaggio dalle lire agli euro. Di quello si è parlato tanto ed è un argomento di cui siamo tutti consapevoli.

Volevo invece riprendere uno dei tanti sospetti che aleggiano intorno alle fantomatiche missioni umanitarie e alla paura indotta nei confronti dei cosiddetti "Stati canaglia". L'Iraq non sta pagando la crudeltà di Saddam Hussein ("scoperta" dopo soli 30 anni), o le sue dotazioni di armi proibite (vendute dagli Stati Uniti e poi svanite nel nulla), o i suoi sedicenti legami con Al Qaeda. Subisce l'invasione dal 2003 per una colpa di natura diversa, e decisamente meno terribile: nel novembre 2000, a ridosso della prima contestatissima elezione di George W. Bush alla Presidenza degli Usa, è stato il primo Paese dell'Opec (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ad abbandonare il dollaro in favore dell'euro per le transazioni petrolifere.




Dopo l'invasione, l’insediamento di un governo controllato dagli Stati Uniti ha costretto l'Iraq a tornare agli scambi in dollari. L'intervento mirava anche a scoraggiare ulteriori "tradimenti pro euro" da parte degli altri Stati dellOPEC. In particolare da parte del secondo Paese produttore, da tempo interessato a servirsi della valuta europea per le esportazioni di petrolio.

Di quale Paese si tratta? Un indizio: si tratta nuovamente di uno Stato che sta costruendo armi così cattive che solo gli americani hanno il diritto di costruire e vendere...

Esatto. L'Iran. Che coincidenza. Dove c'è tanto petrolio e il bisogno di dare una sterzata filoamericana, saltano sempre fuori un cattivo e armi di distruzioni di massa che impongono un intervento "umanitario" per "garantire la sicurezza al mondo".
Perché alcuni Stati osano abbandonare il dollaro per effettuare le transazioni in euro, e perché è così "grave"?
A causa degli enormi deficit commerciali, il dollaro attualmente è sopravvalutato (del 40%, si stima). La zona dell’euro non ha invece grandi deficit, applica tassi d’interesse più elevati e sta aumentando la propria influenza nel commercio internazionale. Il rafforzamento e la diffusione dell’euro fanno sì che il dollaro non sia più l’unica scelta a livello mondiale.

Compromessa la propria potenza economica internazionale, per dominare il mondo agli Usa rimane la superiorità militare. Sebbene il costo di tale controllo sia insostenibile, il giornalista William Clark dichiara che «uno dei piccoli sporchi segreti dell’ordinamento internazionale odierno è che il resto del globo potrebbe rovesciare gli Stati Uniti dalla loro posizione egemonica, se solo volesse, con l’abbandono concertato del regime monetario basato sul dollaro. Questo è il principale e ineluttabile tallone di Achille dell’America».

Se un giorno il mondo percepisse il potere americano come un peso maggiore di quanto lo siano i rischi di rovesciare l’ordine internazionale, i sistemi statunitensi di controllo potrebbero essere distrutti, e a fronte di un comportamento contrario all’opinione pubblica mondiale (ad esempio l'invasione dell'Iraq, decisa in aperto contrasto con l'Onu), potrebbero essere gli Usa ad essere etichettati come «Stato canaglia».


In questa pagina c'è qualche dettaglio in più. Il succo, ancora una volta, è che le guerre umanitarie sono le favole del ventunesimo secolo, raccontate ai cittadini per giustificare massacri, molto più "banalmente" causati da sete di petrolio e di dollari.

Massimo

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