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domenica 21 gennaio 2007

Cerco l'estate tutto l'anno?

Di solito accolgo con fastidio le dichiarazioni catastrofiste/guinnessiane (nel senso di primato) dei Tg: l'inverno più rigido dal '56, l'estate più calda del '900, i livello di umidità più alti degli ultimi 300 anni...

Eppure quest'inverno è veramente anomalo, e trovo un po' sciocco rallegrarsi delle temperature primaverili a metà gennaio: per quanto possano far piacere, non sono certo un buon segno. Venerdì 19 a Torino c'erano 25 gradi... Non è normale, e non è neanche positivo. Possiamo anche illuderci che sia l'estate di San Martino in versione extended, o, come ha scritto Gramellini sabato 13, "che il risveglio innaturale della natura non sia un preavviso di sfratto ma l'anticipo del paradiso terrestre [...] Come se fosse normale [...] vedere i fiori che sbocciano prima del freddo che li farà seccare" impedendo loro "di diventare frutti e ponendo le basi della carestia estiva".


I soliti eco-catastrofismi? In pieno inverno le temperature medie sono di 20°C in tutta Italia, la Puglia affronta la siccità, Aosta registra 22° di massima e 1° di minima (rispetto a uno standard di -11°), lo zero termico è stato riscontrato soltanto a 3.000 metri di altezza. Al Sud, ma non solo, le spiagge vedono arrivare i primi bagnanti "primaverili", che presto dovranno fare i conti con i barracuda, ormai affacciatisi sulla costa ligure. Sbocciano le mimose, fruttificano i nespoli, maturano i fichi d'India. Alla prima gelata, addio raccolto: il danno all'agricoltura potrebbe non essere quantificabile.
Il problema, ovviamente, non è solo italiano e non è emerso dal nulla: l'Europa ha "importato" dall'America anche gli uragani, Mosca festeggia il solstizio d'inverno senza ghiaccio e neve, sempre piu' specie di animali tropicali guadagnano le alte latitudini, a discapito della fauna caratteristica di quelle aree. Dall’isola di Ellesmere (Canada) di recente si è staccato un iceberg più grande di Manhattan. Nell'Artico, gli inverni caldi stanno sciogliendo il permafrost (la porzione di suolo perennemente ghiacciata), causando un maggiore rilascio di disossido di carbonio e metano nell'atmosfera, responsabili a loro volta di un rialzo delle temperature: un circolo vizioso. 

Basteranno le targhe alterne, il giovedì del pedone, gli ecoincentivi, le limitazioni di traffico nei centri cittadini? E se, per assurdo, fossero anche le industrie e il riscaldamento inutile a inquinare? E se l'aria condizionata fosse un cane che si morde la coda, che immette ulteriore calore nell'ambiente? Forse bisognerebbe adottare politiche ecologiche serie, coraggiose e a 360 gradi... ma la classe politica è abbastanza lungimirante e responsabile? E noi?
Massimo

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