Stamattina (in senso ampio, diciamo che era ora di pranzo) ho iniziato a leggere La Stampa e mi ha colpito una notizia in prima pagina, in basso a destra:
Non mi ha colpito la notizia in sè - poco mi cale di Sanremo - quanto l'occhiello: "Per RINNOVARE il Festival la Rai punta su PIPPO".
Ho controllato la testata, pensando di aver confuso per qualche strano motivo "La Stampa" con "La Tampa", ma avevo in effetti tra le mani il prestigioso quotidiano torinese, da qualcuno soprannominato "la busiarda", ma comunque qualificato dalla presenza di firme eccellenti quali Igor Man, Giulietto Chiesa, Enzo Bettiza...
La notte brava di ieri non giustificava un rimbambimento eccessivo.
Il titolo, "Baudo: porto con me la Hunziker a Sanremo", scoraggiava qualsiasi interpretazione della parola "Pippo": l'amico di Topolino, Inzaghi, Pippo Franco, l'ippopotamo cult della Lines.
Quindi per "rinnovare" il programma piu' istituzionale e logoro della nostra televisione, icona che rifiuta il suo stesso passato, chi viene chiamato? Pippo Baudo, nato a Militello Val di Catania 70 anni fa, conduttore di programmi televisivi dal 1960, con esordio sul palco sanremese datato 1968.
Rinnovare?
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi», si dice nel "Gattopardo" (la cui vicenda si svolge nella stessa Regione d'origine del Pippo "innovatore"). Forse una citazione sprecata, ma visto che non si parlava di libri da un po'...
Massimo
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