GS Valanga e ASD Campo Luini

Da blogger a social media manager :-) Segui la pagina Facebook Gruppo Sportivo Valanga e ASD Campo Luini

lunedì 7 settembre 2020

Bojack Horseman: ne è valsa la pena

Ho affrontato il "recuperone" di Bojack Horseman, non tanto per il maggior tempo libero dovuto al Coronavirus (con due bimbe e una neonata in casa?), quanto per la convinzione che potesse valerne la pena, e in effetti è stato così. In precedenza solo per Breaking Bad mi ero cimentato nella visione di tutte le stagioni di una serie già conclusa o quasi (il cosiddetto recuperone, appunto). Nel frattempo (questo post è stato scritto ad aprile, poi rimasto lì) è successo anche con Community, sit-com davvero valida, ci tornerò (magari tra meno di cinque mesi...). 

Innanzitutto, non fatevi ingannare: anche se è un cartone, il cui protagonista è un uomo con la testa di cavallo, in un mondo in cui gli uomini convivono con animali antropomorfi, e spesso si ride di gusto, BH è una serie per adulti, di alta qualità, che affronta con toni drammatici temi come depressione, dipendenze, autolesionismo. Per un'analisi più tecnica, rimando al sommo dottor Manhattan, il cui giudizio mi ha convinto al recupero: stagioni 1-3, stagione 4 , stagione 5, stagione 6

Superate le perplessità iniziali (nelle prime puntate la serie non sembra un granché), si scopre la profondità dei personaggi e della storia (mai scontata), la continuity che non lascia cascare neanche quelle che sembrano gag fini a se stesse. Se in qualche modo ci si affeziona al cavallo egoista e tossico, o all'etica e all'apparente normalità di Diane, più facile prendere in simpatia l'assurdità di Todd e la disarmante ingenuità di Mr Peanutbutter, così come la determinazione di Princess Carolyn, tre personaggi sostanzialmente positivi, o meglio vittime delle negatività del protagonista e a lungo incapaci di scogliere alcuni nodi relazionali e avvicinarsi alla felicità.



Massimo

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...