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giovedì 18 aprile 2019

Dumbo


Ho portato le bambine a vedere Dumbo. Le mie attese "da adulto" erano mitigate dalla recensione del dottor Manhattan, ero però abbastanza sicuro che le principesse avrebbero gradito, e così è stato. Non mi è spiaciuto, come film per bambini: ma come si diceva sull'Antro, è poco rivolto ai grandi e conferma il declino del cinema di Tim Burton.
Non lo rivedrei se non su richiesta delle mie figlie, però non mi sono annoiato, ho trovato emozionante ogni volta che l'elefante volava (soprattutto quando c'era un elemento di difficoltà in più), e godevo dell'entusiasmo della più piccola. 

Tagliati o ridimensionati gli aspetti più tristi della pellicola originale, resta una discreta storia sull'amicizia tra due fratelli e un elefante "magico", di due famiglie riunificate (i fratelli orfani di madre ritrovano il padre, Colin Farrel, reduce dalla guerra, mentre Dumbo e mamma Jumbo vengono separati e poi riuniti, come nel cartone del 1941), con i buoni che hanno la meglio sui cattivi. Danny Devito sostanzialmente riporta in scena una versione edulcorata di Amos Calloway, il direttore del circo di Big Fish, burbero ma dal cuore buono. Discreto anche lo sviluppo del personaggio di Colette, tutto sommato anche la bambina saputella, che non era un campione di simpatia. A lei è rivolta la battuta migliore - fatta dal cattivo intrepretato da Michael Keaton - quella che vorrei rimanesse impressa alle mie figlie: "non pemettere agli altri di dirti che cosa non puoi diventare" (qualcosa del genere). Si inserisce nel "filone" che rende, secondo me, Capitan Marvel un film formativo, sopratutto per bambine e ragazzine: nell'ultimo film Marvel si insiste molto sull'autodeterminazione, il valore delle proprie ambizioni, a dispetto delle etichette e di quel che vorrebbero decidere gli altri.

Il problema? Tim Burton è (stato) uno dei miei registi preferiti. Tra la fine degli anni '80 e l'inizio del millennio ha sfornato film bellissimi, poetici, con uno stile molto personale, in particolare il primo Batman, Edward Mani di Forbice, Nightmare before Christmas, Ed Wood, infine Big Fish, che considero il suo capolavoro. Poi è iniziato il declino. È cambiato il regista, o le sue tematiche non sono più gradite? Oggi, del "vero" Burton, rimangono giusto i cori, mentre le atmosfere cupe/gotiche sono ormai sbiadite (a parte un paio di inquadrature distorte nelle prime esibizioni, e la bella liberazione di Jumbo), idem la rappresentazione dei freak/ultimi (e dire che Dumbo si sarebbe prestato parecchio).



Massimo

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