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giovedì 26 ottobre 2017

L'inquinamento a Torino e le mascherine antismog



Nei giorni scorsi, soprattutto a causa dei blocchi del traffico, si è parlato molto di inquinamento e di polveri sottili. Le polemiche sono state prevalentemente pretestuose, ma vorrei puntualizzare alcune cose:
- i giorni annuali di sforamento di PM10 (oltre 50 microgrammi al metro cubo) dal 2000 a oggi sono molto diminuiti (vedi grafico qui sopra - pag. 44 La Stampa del 21/10/2017), ma restano sempre tanti: per poter incidere, i blocchi del traffico dovrebbero essere più ampi e più tempestivi; comunque i valori migliorano con pioggia e vento, più che con i blocchi, e per l'inquinamento servono interventi strutturali
- non è colpa dell'attuale sindaco di Torino se l'aria è inquinata, sia perché è in carica solo da un anno, sia perché a monte c'è un problema che riguarda la pianura padana; potrebbe anche giovare un maggiore controllo sull'accensione degli impianti di riscaldamento (e condizionamento) quando non servono (per dire, quando a ottobre sembra di essere a maggio)
- d'altra parte l'alternativa Chiara potrebbe evitare di dare la colpa di qualsiasi cosa alle giunte precedenti. Nel bene e nel male (inasprimento dei blocchi del traffico e aumenti dei costi della sosta e dei permessi per accedere in ZTL) ha disincentivato l'uso dell'auto, ma per il resto non ha fatto molto per la mobilità sostenibile e ha fatto tutto il possibile per far naufragare la linea 2 della Metro - ad es. riguardo i tempi di presentazione del progetto - e altre opere che nel lungo periodo avrebbero ridotto l'inquinamento. 

I suoi predecessori magari potevano fare di più, ma molto è stato fatto:
  • linea 1 della Metropolitana, pianificazione della linea 2
  • sottopasso di Piazza Rivoli (vi ricordate quando ci volevano 3 turni di semaforo per attraversarla da Corso Trapani?) 
  • completamento del Passante Ferroviario
  • Sistema Ferroviario Metropolitano
  • teleriscaldamento (il più diffuso d'Italia)
  • sostituzione di molti mezzi pubblici Euro 0 con nuovi bus molto ecologici
  • 190 km di piste ciclabili che diventeranno 310 (in proporzione agli abitanti, è già una delle grandi città italiane più servite)
  • car e bike sharing
E veniamo appunto alle bici: se una percentuale più significativa di persone si spostasse in bicicletta anziché in auto, l'aria della città cambierebbe davvero, molto di più che con estemporanei blocchi del traffico


IN BICI SI RESPIRA PIÙ SMOG? FALSO
Contrariamente a quanto si pensa, i ciclisti (che viaggiano su pista ciclabile o a bordo strada e respirano almeno un metro più in alto dei tubi di scappamento) sono meno esposti allo smog degli automobilisti: come segnala il Guardian, che evidenzia in particolare il pericolo per i bambini, l'aria dell'abitacolo è da 9 a 12 volte più inquinata di quella esterna, la ventola immette in buona parte quanto scaricato dall'auto precedente, le sostanze nocive difficilmente escono dalla vettura.

Un esperimento del King’s College di Londra, riportato da bikeitalia.it, conferma che la bici è il mezzo più salutare anche per i polmoni: chi va in auto è maggiormente esposto agli inquinanti del 250% rispetto a chi utilizza l’autobus, del 350% rispetto a chi si muove a piedi e di oltre il 500% rispetto a chi utilizza la bicicletta. Il ciclista può evitare le strade più trafficate e riduce il tempo di esposizione allo smog grazie all'uso del mezzo più veloce in città.


MEGLIO COMUNQUE PROTEGGERSI 
Ciò non toglie che sia opportuno difendere i propri polmoni quando si pedala, vista la qualità dell'aria e considerato che si tratta di un momento di respirazione sotto sforzo. La soluzione principale è la maschera protettiva
La normativa europea EN 149 (che dev'essere riportata sul prodotto) suddivide le maschere in 3 categorie, in base all’efficienza filtrante minima che devono garantire: FFP1 (efficienza filtrante minima garantita del 78%); FFP2 (del 92%); FFP3 (del 98%). Le mascherine da chirurgo, senza alcun filtro, non servono (servono a proteggere gli altri dall'aria che espiriamo).


Urban.bicilive.it riporta informazioni utili sull'inquinamento (particolato, PM 10, PM 2.5, biossido di azoto, ozono) e sulle varie tipologie di mascherine, mentre salvagente.it offre diversi consigli per difendersi dall'inquinamento. 

Le FFP1 non hanno il filtro da cambiare, dunque normalmente devono essere sostituite dopo un mese di utilizzo. Se non hanno filtro né carboni attivi (ho trovato molto interessante quest'intervento su abitarearoma.net), fanno poco contro le polveri sottili, ma forse possono bastare per uso sporadico ed esposizioni non prolungate. Per quanto riguarda le maschere più "serie", all'inizio dell'anno La Stampa aveva segnalato la Banale, un'azienda italiana  che produce il modello "mask", pensato in particolare  per la Cina (adatto dunque a un inquinamento peggiore del nostro). Venduta on line, con consegna gratuita, Mask fa parte della categoria FFP2, trattiene PM10 e PM2.5, ha un costo concorrenziale rispetto ai prodotti analoghi sul mercato, i filtri durano 6-8 settimane e costano 15 euro a coppia. 


In questo momento la mask rossa e azzurra è in offerta (19,90 anziché 24,90) :-)      


Massimo

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