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venerdì 3 ottobre 2014

Spazio profondo

E alla fine è uscito "Spazio profondo", il numero a colori che inaugura la seconda fase di rinnovamento di Dylan Dog. Caro fido lettore esiliato in Francia: ne ho presa una copia anche per te. Naturalmente seguono spoiler sulla storia: se non ne volete, leggete prima l'albo.


Il percorso che ha portato alla copertina del n. 337
Fonte: sergiobonelli.it

Mi sono tuffato nella lettura tutta d'un fiato e forse anche per questo (o magari sarebbe successo comunque) non ho colto la metafora editoriale, presto esplicitata da Roberto Recchioni tramite approvazione pubblica del post di un acuto lettore:
Un lettore (Mr. Glass) centro in pieno il meta-testo editoriale di DYD 337:
"Fuori dal tempo e dagli schemi, è un albo (quasi celebrativo) che può essere collocato in qualsiasi punto della cronologia dylandoghiana ma, al tempo stesso, è fortissimamente rappresentativo del cambiamento in atto.
Forse sono io che vado troppo oltre con le interpretazioni, ma a me è sembrato un vero e proprio manifesto metafumettistico.
C'è una nave alla deriva (la testata di Dylan Dog), troppo preziosa per essere abbandonata e ancora "in grado di prestare servizio per altri cinquantanni".
La nave è piena di prigionieri (i lettori) tormentati da spettri allontanatisi dall'inferno, così come i i fan sono tormentati dagli echi di personaggi (non a caso, Bree e Bloch) e paure ormai lontani dalla loro fonte di origine.
Periodicamente (mensilmente?), una replica di Dylan Dog viene inviata sulla nave nel tentativo di metterla in salvo, ma fallisce ogni volta.
La replica viene affiancata da creature artefatte (quasi parodie dell'originale), nelle quali vengono accentuati solo alcuni aspetti del personaggio, finendo ogni volta per tradirlo (il Dylan Dog ipersensibile e moralista, il Dylan Dog saputello e spettatore).
Queste creature sono però fini a loro stesse: agiscono (sono scritte?) col pilota automatico e non sono in grado di aiutare Dylan a completare la sua missione di salvataggio ("la mia programmazione mi impedisce di andare oltre questo punto").
L'unico modo per salvare la nave è distruggerla e ribaltare la dinamica che l'ha portata a perdersi nello spazio in balia degli spettri: anziché portare avanti lo stallo limitandosi a subire i tormenti dei fantasmi usciti dall'inferno, bisogna spalancare le porte di questo inferno e tuffarcisi dentro, risalendo all'origine di tutto e accogliendo le sfide che seguiranno.
Il finale, aperto e spiazzante come nella miglior tradizione della serie, sembra volere ammettere che che, nonostante la riapertura dell'inferno e la rivoluzione alle porte, anche questo Dylan sarà, necessariamente, una replica dell'originale.
Questa volta, però, si tratta di una replica consapevole, che è stata in grado di andare oltre i limiti della sua programmazione e ha deciso di distruggere per ricostruire, finendo (ricominciando) significativamente non dallo spazio ma dal classicissimo letto e dalla classicissima fidanzata del mese.


Già nella presentazione si rivelano le fonti di ispirazione dell'albo, tre grandi pellicole di fantascienza: Alien,  quello cui probabilmente l'album è maggiormente debitore, 2001 - Odissea nello spazio, Solaris (quello del 1972 diretto da Andrej Tarkovskij). Il colorista è Lorenzo De Felici, lo stesso di Orfani, e la grafica di "Spazio profondo" richiama quella serie. Efficaci i disegni di Nicola Mari, anche se secondo alcuni è più valorizzato negli albi in bianco e nero. Citazioni, buona storia, impatto visivo notevole, qualche ritorno dal passato, metafore editoriali: un ottimo numero "di transizione" per celebrare il cambiamento. Non si tratta infatti di una svolta definitiva nella trama, Dylan Dog non diventa un fumetto di fantascienza, come invece ha scritto il Corriere della Sera. L'albo, precisa Recchioni, è stato studiato "per avvertire il lettore che, da quel momento in poi, non dovrà più stare tranquillo perché potrà succedere quasi qualsiasi cosa in Dylan Dog".

 


La copertina di Dylan Dog n. 338 e di The Amazing Spider-Man n. 50
New & vintage: le copertine di Dylan Dog n. 338 e di The Amazing Spider-man n. 50
Fonte: comicsblog.it


Il 29 ottobre si entra nella "nuova" continuity, con "Mai più, Ispettore Bloch", un albo di 112 pagine scritto da Paola Barbato e disegnato da Bruno Brindisi, che vedrà il pensionamento del mentore di Dylan. "Una commedia nera nello stile tipico di Paola Barbato", annuncia Roberto Recchioni. 
Magari di qui al 29 ne scriverò qualche riga in più, comunque questa è la trama anticipata da sergiobonelli.it:  
"L’aveva attesa, invocata e desiderata da una vita la pensione, Bloch… e finalmente l’ora è scoccata. L’ex-ispettore svuota l’ufficio dalle sue cose e lascia dietro sé Scotland Yard, ma non Dylan Dog, la cui amicizia continuerà con l’affetto e la stima di sempre. Nel frattempo, l’Indagatore dell’Incubo è alle prese con il paradossale caso di Nora, una ragazza che è stata uccisa senza che sia morta". 
La copertina dell'albo cita esplicitamente quella di "Spider-man no more" (The amazing Spider-Man n. 50, luglio 1967), disegnata da John Romita per un numero storico dell'Uomo Ragno, in cui Peter Parker abbandonava momentaneamente il ruolo di supereroe.


A scanso di polemiche, la stessa casa editrice evidenzia le somiglianze con una copertina storica 
Fonte: sergiobonelli.it

Per chi non ha letto o non ricorda il post sulla fase due di Dylan Dog e dunque si sta stracciando le vesti (esistono queste persone e spesso infestano il gruppo facebook "I fumetti sono una cosa seria"): Bloch non muore nè scompare: va in pensione, si ritira in campagna, in un paesino fuori Londra, pronto a dare una mano a Dylan all'occorrenza. Sarà protagonista delle storie degli Almanacchi della Paura, dove sarà occasionalmente Dylan a fargli da spalla. Inoltre il Maxi Dylan Dog, che diventa Maxi Dylan Dog Old Boy, racconterà storie ambientate nella "vecchia continuity", dove l'amico del protagonista è ancora ispettore.



Roberto Recchioni, che la scorsa settimana nella prima conferenza della storia della Sergio Bonelli Editore ha ricevuto la "benedizione" di Tiziano Sclavi, ha comunicato di recente che T.F. (Tito Faraci) e L.O. (Leo Ortolani) scriveranno albi dedicati a Groucho, un probabile ritorno del volumetto allegato allo speciale. Un'ottima notizia!

Un Groucho "ortolanico"
Fonte: rat-man.org

EDIT: il grande Leo ha raccontato con il suo stile spassoso, elencando la mole di impegni con scadenza 2015, come gli è stato "strappato" il si (editoriale):
E poi a Rapallo, mentre avevo bevuto e ridevo e scherzavo con Gianni Fantoni e Giuseppe Palumbo, mi si siede accanto il Roberto nazionale, no, non Baggio, recchioni, e come Bart Simpson mi inizia a fare “Eddai, fammi una storiellina di Groucho, eddai, fammi Groucho, eddai, falla, eddai, che ti costa, eddai, fammi Groucho, eddai, fammi” Ho detto sì. Dovevo farlo smettere in qualche modo. E così eccomi a bordo di un traghetto di disperati dell’umorismo, tra cui Giacomo Bevilacqua, per un albo a più mani in uscita, indovinate quando. 2015

Massimo

4 commenti:

pietroizzo ha detto...

Ecco, mi era sfuggita la cosa di Ortolani... Fico!!!

Massimo Sola ha detto...

Sono curioso anche per Faraci, ma la miscela Grochortolani dovrebbe essere esplosiva :-)

Anonimo ha detto...

:-)
l'esiliato

Mais du coup non ho letto il post :-(

Massimo Sola ha detto...

Cercherò di farti avere la copia, così potrai leggere il post :-)

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