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martedì 21 gennaio 2014

Renzi, il Cavaliere e i rosiconi

Prima di commentare il tanto discusso dialogo tra Renzi e Berlusconi, ricordo ai 25 lettori che stasera alle 21 inizia il ciclo "Alla ricerca del bene comune": in via Guido Reni 96/140, il professor Ciravegna parlerà di "Diritto al lavoro perduto".
 
Il fatto che Renzi abbia dialogato con Berlusconi, dichiarando oltretutto una "profonda sintonia" sulla legge elettorale, non è il massimo dal punto di vista della base del PD. E dire che finora Renzi aveva fatto della comunicazione una delle sue armi migliori. Tuttavia non mi scandalizzo, più che altro sono contrario al mantenimento della lista bloccata, benchè "piccola".
Dialogare con B. è sempre pericoloso, forse Renzi non è preoccupato per le possibili reazioni della base, o più semplicemente, volendo arrivare - come ha dichiarato - a una legge elettorale molto incentrata sulla governabilità, deve per forza scontentare i partiti medio-piccoli, quindi non può che dialogare con l'altra forza numericamente consistente, escludendo il M5S con cui non credo possa nascere un dialogo (così come non era nato sulla proposta Renzi per il taglio ai costi della politica).
Se non si crea un consenso parlamentare sulla legge, poi questa non passa e tanto vale non fare la proposta. È facile dire "le leggi si fanno in Parlamento", ma le proposte di legge non le scrive "il web", nè un'astratta "intelligenza collettiva", e i casi di "legge rivelata" sono abbastanza rari. Di solito una o più persone fisiche preparano un testo di legge, preferibilmente concordandolo con soggetti che la devono votare, e poi la si sottopone al voto.

Fonte: ilfattoquotidiano.it


Riguardo l'ironia e lo scandalo sul dialogo con Berlusconi: D'Alema, Veltroni & C hanno sempre "dialogato" con Berlusconi, in alcuni casi semplificandogli la vita, e per qualche mese persino governando assieme, condizione che è cessata - dopo il voto sulla decadenza - per lo strappo interno al PDL e non per una presa di posizione del PD/centrosinistra. Certo, la condanna definitiva e la decadenza cambiano formalmente lo scenario, ma la situazione era nota da tempo, e di fatto B. è il leader del secondo partito italiano. Renzi ha poi dialogato anche con Alfano, dunque con il Nuovo Centrodestra, attuale alleato di governo del PD. 

Detto questo, se il prezzo da pagare per il dialogo con Berlusconi è il mantenimento delle liste bloccate (per quanto ridotte), è un po' alto, perchè sono il peggiore dei difetti del porcellum. Prima però vorrei leggere il testo per capire meglio. Estremizzando, anche il collegio l'uninominale è una lista bloccata, ma il partito e il candidato ci mettono la faccia, e sbagliando candidato si perde il seggio.
Molti di quelli che ora nel PD fanno facile ironia, non sono nella condizione per farla. Hanno perso le primarie, se ne facciano una ragione ed evitino ripicche e polemiche che - per l'ennesima volta - fanno male al partito. "If I can't have you then nobody can" lasciamolo cantare ai Franz Ferdinand.



Alcuni aspetti di Renzi possono non convincere, ma per me rimane lo strumento più efficace a disposizione del cambiamento, molto più dell'"apparato" che è uscito sconfitto dalle primarie, più di Civati che probabilmente sarebbe meno disposto a scendere a compromessi pur di portare avanti il cambiamento, molto più del M5S che gioca a consolidare il consenso tramite la critica.
E ho l'impressione che a molti dia fastidio che Renzi in un paio di mesi possa ottenere più di quanto fatto dagli altri in oltre 8 anni, cioè far votare il Parlamento su una proposta di legge elettorale, anzichè limitarsi a fare dichiarazioni contro il porcellum, facendosi bruciare sul tempo persino dalla tardiva sentenza della Corte Costituzionale.

Massimo

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