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lunedì 9 dicembre 2013

Renzi, è tempo per noi

Le primarie sono state ancora una volta un grande successo: hanno votato quasi tre milioni di persone. 
Mentre a quelle della Lega hanno partecipato 10.000 persone. C'è da dire che è il 60% degli aventi diritto (primarie riservate ai "militanti da almeno un anno")
Il PD ha dunque un nuovo segretario e, com'era previsto dai sondaggi, si tratta di Matteo Renzi. Un trionfo, 68% dei voti, contro il 18% di Cuperlo e il 14% di Civati.

Fonte: repubblica.it


Alla sinistra, più che contenuti, mancavano capacità di comunicarli e di coinvolgere la gente, motivare le persone, recuperare i disillusi, un segnale forte di cambiamento, e magari vincere le elezioni. Tutte capacità che mi sembrano nelle corde del sindaco di Firenze. Motivi che, insieme ai contenuti e al ricordo della "batosta" delle scorse elezioni politiche, mi hanno convinto a votare per lui. Sebbene "meno di sinistra" degli altri due. Cuperlo, bravo e preparato, rappresenta la dirigenza di un partito lontana dall'elettorato, che troppo spesso ha sbagliato, senza assumersene la responsabilità. Non avrebbe convinto cittadini delusi dal PD e dalla politica, qualcuno in più l'avrebbe magari "mosso" Civati, ma è Renzi quello che ce la può fare.
Di contenuti il segretario neoeletto ha parlato, eccome, anche ieri sera: dal taglio di un miliardo ai costi della politica, all'istruzione e alla cultura come investimento e non costo da tagliare, dalla mano da dare a chi non ce la fa, ai milioni di elettori delle primarie come risposta alle migliaia che sono andate alla giornata dell'insulto. Qualche infelice scelta di dettaglio, come "I love it" messa a tutto volume al momento di salire sul palco, ma i contenuti c'erano, e la capacità di trascinare  e convincere anche.



Aggiungo che da coetaneo mi fa molto piacere che abbia vinto Renzi (e che nel terzetto ci fosse Civati), e che appena eletto abbia ricordato che adesso tocca ai (quasi) quarantenni. Per me può essere la risposta a Scanzi, che ha da poco pubblicato il libro "Non è tempo per noi. Quarantenni: una generazione in panchina". Ecco, io spero che lo sia, o che lo stia diventando, ma spero ancora di più che il Paese cambi in meglio, a prescindere. Siamo comunque in un Paese dove il ricambio scarseggia, per "attaccamento" della vecchia classe dirigente e/o mollezza "nostra", e per la cooptazione imperante. Su quest'ultimo aspetto, riporto un interessante articolo scritto lo scorso anno da Luca Ricolfi, L'incapacità di ricambio di leader.

Massimo

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