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mercoledì 14 aprile 2010

Carossa: meglio insegnanti preparati o padani?

Ancora scottato per la vittoria dei barbari in Piemonte, condivido due dichiarazioni in risposta al recente "intervento" del neoconsigliere regionale leghista Carossa sulle graduatorie degli insegnanti: la prima è di Paola Pozzi, Responsabile Area Dipartimentale Scuola e Università PD Piemonte, la seconda di Stefano Lepri, consigliere Regionale PD appena rieletto.



Sulla scuola più utile un approccio che valorizzi i docenti in base alle competenze e non alla residenza

Dichiarazione di Paola Pozzi, Responsabile Area Dipartimentale Scuola e Università PD Piemonte

Leggo sulla Stampa le dichiarazioni del neoconsigliere Carossa circa l’intenzione sua e del suo partito di modificare i criteri per le graduatorie degli insegnanti introducendo un fattore di discriminazione positiva (più punti) per i residenti in Piemonte. Mi domando e gli domando: 1) da quando la Regione è competente nel definire i criteri per le graduatorie degli insegnanti, dipendenti statali?

2) sono queste le intenzioni di Carossa e della Lega quando parlano di federalismo? Vogliono in realtà un Piemonte autarchico anche nella gestione di un sistema importante e delicato come quello scolastico?

3) non ritiene Carossa che per un bene di tutti e prezioso come la scuola sarebbe utile un approccio più meditato, attento alla valorizzazione dei docenti, alla loro qualificazione più che alla loro residenza? O ritiene che sia quest’ultima a determinare le capacità e le competenze di cui hanno bisogno la scuola e gli studenti?

Paola POZZI
Responsabile Area Dipartimentale Scuola e Università PD Piemonte.


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Dichiarazione di Stefano Lepri

Mario Carossa è rimasto fermo alla propaganda elettorale. Ora che è stato eletto per fare il legislatore lasci gli slogan e lo spadone. Fare le leggi è una cosa seria e prima di parlarne bisognerebbe almeno conoscerle. Infatti:

Carossa dice: nelle graduatorie per l’insegnamento scolastico dovrà essere garantito un punteggio maggiore a chi risiede nella nostra regione da alcuni anni. Forse non è informato del fatto che per ora il federalismo, per quanto riguarda l’organizzazione del sistema scolastico, non esiste. Le graduatorie per l’insegnamento sono fatte con criteri definiti su base nazionale. Per fare ciò che propone occorre modificare leggi dello Stato. La Lega nord ha governato a Roma sette degli ultimi nove anni. Hanno una maggioranza schiacciante e possono far votare quel che vogliono. Cota è stato finora capogruppo della Lega nord. Ma sul tema non hanno fatto nulla.

Carossa dice anche: per le case popolari innalzeremo il limite di tempo di residenza in Piemonte necessario per fare la richiesta. Dodici mesi sono pochi, troppo pochi. Quindi di sicuro non sa che la nuova legge regionale n. 3\2010 “norme in materia di edilizia sociale” prevede (art. 3 comma 1) che il primo requisito per conseguire l’assegnazione di un alloggio di edilizia sociale sia ”essere residente o prestare attività lavorativa da almeno tre anni nel comune che emette il bando o in uno dei comuni del medesimo ambito territoriale”. Dunque il centrosinistra ha già votato una legge federalista, che tutela quanti (che siano piemontesi, lombardi, svizzeri o extracomunitari non importa) risiedono o lavorano stabilmente in quel certo comune da almeno tre anni. Qualcuno lo informi.

Carossa insiste: vogliamo introdurre per le case popolari il principio del favor e garantire di più la famiglia tradizionale, quella formata da un uomo e una donna. Quindi ignora che nella stessa legge 3|2010 (art. 5 comma 4) si afferma: “il bando di concorso può prevedere una riserva di alloggi a favore di categorie di cittadini, quali giovani coppie che abbiano contratto matrimonio da non più di due anni”. E ancora, all’ art. 8 comma 1 lettera m) della stessa legge è previsto che uno dei criteri per attribuire i punteggi nelle graduatorie delle case popolari sia l’aver contratto matrimonio entro la data di scadenza del bando o non oltre due anni prima. Come dire: già fatto.

Infine Carossa, non pago: dobbiamo garantire alle cooperative sociali e agli artigiani che inseriscono persone svantaggiate di poter lavorare nei cantieri e nelle forniture che dipendono dalle amministrazioni piemontesi. Carossa dovrebbe almeno conoscere un regolamento del Comune di Torino, che espressamente riserva una certa percentuale di lavori e forniture a imprese, profit e non, che si impegnano a inserire in quelle commesse una significativa percentuale di lavoratori svantaggiati. Lo stesso modello è stato adottato dalla Regione Piemonte: nella Legge finanziaria del 2008 è infatti previsto che le Direzioni regionali e le Aziende sanitarie regionali debbono destinare una quota non inferiore all’1,5% del valore degli affidamenti dell’anno per l´acquisto di beni o servizi con procedure che garantiscano l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Quanto invece ai normali affidamenti: vinca l’impresa migliore, cioè quella che garantisce il miglior rapporto qualità-prezzo. Come dispongono tutte le regole europee, non quelle della padania.

Se il buongiorno si vede dal mattino c’è da essere preoccupati. Il tempo della propaganda è finito. Siamo seri.

Stefano Lepri

Torino, 14 aprile 2010

Massimo

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