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venerdì 12 marzo 2010

Il punto sul decentramento


Per alcuni amici ho provato a fare il punto sul decentramento delle Circoscrizioni e sul tentativo di riforma da parte dell'assessore Marta Levi, ostacolato dagli interventi del governo che in un primo tempo sembravano voler cancellare le Circoscrizioni stesse e ora prevedono una serie di tagli di costi che compromettono una parte del lavoro fatto a Torino. La riforma oltretutto avrebbe bisogno di passare in tempi brevi per essere operativa prima delle elezioni del prossimo anno: comporterebbe la riorganizzazione degli uffici, delle sedi, di migliaia di dipendenti.


RIFORMA DEL DECENTRAMENTO

La "Proposta di riforma del decentramento e della partecipazione" è stata presentata il 31 agosto 2009 dall'assessore al decentramento Marta Levi al «Codir» (comitato dirigenti del Comune di Torino). Si ipotizza di ridurre le Circoscrizioni di Torino da 10 a 5 o 4, che diventerebbero "Municipalità", aumentando le competenze e funzioni decentrate rispetto a quelle attuali.

Gli ultimi orientamenti sarebbero per formare 4 Municipalità, accorpando i vecchi quartieri e utilizzando come riferimento indicativo i confini delle 2 ASL cittadine e come criterio generale una distribuzione omogenea dei servizi. Con l'ipotesi a 4, la nostra (la 2, Mirafiori Nord Santa Rita), verrebbe probabilmente accorpata con le Circoscrizioni 10 (Mirafiori Sud) 3 (Pozzo Strada, San Paolo, Cenisia, Cit Turin) e parte della Circoscrizione 1 (quartiere Crocetta). Un'alternativa sarebbe unirla con la 10 e la 9 (Lingotto Filadelfia Nizza Millefonti).

In base ai nuovi insediamenti, in Città saranno individuati due nuovi quartieri, Parco Dora e Lesna-Aeronautica. Si aggiungeranno ai quartieri "originali" costituiti negli anni '70 grazie alla richiesta di decentramento iniziata nel decennio precedente con i comitati spontanei. I quartieri non hanno attualmente un "valore amministrativo" come le Circoscrizioni, ma sono le zone di cui sono composte (ad esempio la 2 è la somma dei quartieri Mirafiori Nord e Santa Rita).

Per produrre effetti sulle prossime elezioni cittadine, previste per il 2011, la riforma deve passare in tempi brevi (occorre riorganizzare e ricollocare sedi, uffici, migliaia di dipendenti del Comune). Visti i recenti interventi del governo che mettevano in discussione l'esistenza delle Circoscrizioni, si era pensato di accantonare la "riforma Levi". Le Circoscrizioni dovrebbero comunque restare nelle città con più di 250.000 abitanti. Ma alcune decisioni del governo sul taglio di alcuni costi (es. city manager) compromettono una parte del lavoro fatto dalla Levi per riorganizzare la città e il decentramento, per cui la commissione Statuto ha sospeso la discussione sul tema in attesa di sviluppi.

RIPERCUSSIONI SULLA GIUNTA CITTADINA
Dalla giunta cittadina dovrebbero essere eliminati alcuni assessori, come conseguenza del decentramento di alcune competenze: l'assistenza, anagrafi, parte dell'Urbanistica, personale, polizia municipale. I presidenti delle Municipalità parteciperanno alle Giunte cittadine che riguarderanno la loro Circoscrizione

ORGANI POLITICI
L'attuale bozza non contempla la legge elettorale (che quindi sarà probabilmente demandata a un regolamento) ma sembrava pensata in funzione dell'elezione diretta del presidente: quest'ultimo punto di recente è stato cancellato. L'elezione degli organi politici avverrebbe con un meccanismo simile all'attuale, che prevede un premio di maggioranza del 60%, e l'indicazione da parte di ogni coalizione di un candidato presidente (l'elezione del presidente solo formalmente non è diretta, la maggioranza - salvo colpi di scena - nomina il candidato presidente).

Il "colore" della Municipalità non dovrebbe essere condizionato dall'esito delle elezioni comunali: se in Comune vince una coalizione, in una Municipalità può vincere e governare un'altra. I consigli delle Municipalità dovrebbero avere 30 consiglieri (ma si parla anche di 20), anziché 25 come nelle attuali Circoscrizioni. Mentre nelle attuali Circoscrizioni il consiglio è presieduto dal Presidente, i consiglieri individueranno un coordinatore (presidente del consiglio) e un vice. Il Consiglio si occuperà di atti di indirizzo, bilancio, concessioni, la giunta della gestione delle attività progettuali.

La giunta della Municipalità sarebbe composta dal Presidente e 4 assessori "esterni" (meccanismo analogo a quello comunale: gli assessori sarebbero scelti dal Presidente - su indicazione dei partiti - o tra soggetti non eletti, o tra consiglieri che devono però dimettersi e lasciare il posto in Consiglio al primo escluso della loro lista/partito) Nelle commissioni i cittadini vengono a conoscenza dei progetti e delle attività, e dove possono dire la propria. Con la riforma si passerebbe dal modello "comunale" delle commissioni tematiche (bilancio, viabilità, commercio-lavoro, assistenza, cultura, ambiente) alle commissioni territoriali, cioè una commissione per quartiere, trasversale sulle tematiche.
COMPETENZE CIRCOSCRIZIONI/MUNICIPALITÀ
Attualmente le Circoscrizioni svolgono competenze proprie e delegate (vedi il Regolamento sul decentramento e l'elenco delle competenze, nonché lo studio riportato in rassegna stampa), e attività consultiva (espressione di pareri obbligatori ma non vincolanti su alcune proposte di delibera del Comune).

Alcune competenze coinvolgono Comune e Circoscrizione e lasciano un po' di ambiguità su alcuni tipi di intervento. Con la riforma, alcune competenze passerebbero interamente alle Municipalità: servizi sociali, anagrafi, ambiente, cultura, politiche giovanili, manutenzione scolastica, delle strade e del verde, suolo pubblico e viabilità locale



CONTRARIETÀ
Diversi soggetti sono contrari alla riforma, in primis la maggioranza dei presidenti di Circoscrizione (a peggiorare le cose, il mancato inserimento dell'elezione diretta del Presidente) i dirigenti comunali temono di vedere ridotti i loro poteri (le Circoscrizioni verrebbero ridotte ma verrebbero aumentate le loro competenze) I consiglieri comunali fanno notare la disomogeneità dei territori accorpati (Falchera finirebbe con un pezzo di collina; c'è da dire che attualmente la 8 è composta da Cavoretto, Borgo Po e San Salvario)

Altri elementi sollevati durante i dibattiti di maggioranza:
  • mancanza di chiarezza sulla visione delle future Municipalità (efficiente decentramento dei servizi o decentramento politico, della rappresentanza?); a rischio il ruolo di "disinnesco bombe" che risulterebbero poco gestibili per il Comune
  • al decentramento di funzioni ancora una volta non corrisponderà il decentramento delle necessarie risorse per gestirle?
  • Le nuove competenze e il meccanismo di nomina e delega degli assessori, simile a quello del sindaco in Comune, svuoteranno di contenuti il Consiglio, di conseguenza la rappresentanza degli elettori; quindi il ruolo dei consiglieri di Municipalità potrebbe essere ulteriormente sminuito
  • nonostante gli annunci, come si può conciliare la divisione di Torino in 5 municipalità da 200.000 abitanti con l'istituzione della Città Metropolitana, in cui molti comuni non superano i 30.000? (si ipotizzano sia fumosi progetti di unire Comuni, o Comuni con parti di Torino, per bilanciare le popolazioni, sia il fatto che la Città Metropolitana non si faccia...)

Personalmente, ritengo che il senso delle Circoscrizioni stia nel contatto diretto tra ente e cittadino, e conoscenza "dettagliata" del territorio da parte dei politici; le ipotetiche Municipalità, oltre ad essere letteralmente i "quarti" della Città, avranno 200/250.000 abitanti: questo, oltre a renderle i centri più abitati del Nord Italia dopo i capoluoghi di Regione, Verona e Padova, pregiudica le due condizioni di contatto e conoscenza.

Per farle così, tanto vale lasciare solo i Comuni, o mantenerle il decentramento una questione puramente amministrativa (che in alcuni casi è inevitabile, già ora la maggior parte degli uffici dell'assistenza sono gestiti localmente dalle Circoscrizioni; molti uffici e servizi sono necessariamente sono distribuiti sul territorio: biblioteche, anagrafi...)
Si presume che dopo i costi iniziali di riorganizzazione ci siano dei risparmi sui costi amministrativi.

La diminuzione dei costi "della politica" mi sembra invece modesta, sia per i valori assoluti attuali sia per la riduzione effettuata: ipotizzando 5 municipalità da 30 consiglieri, passiamo da 10 presidenti e 240 consiglieri (coordinatori compresi) a 5 presidenti, 150 consiglieri, 20 assessori che guadagnano il 60% di quelli comunali (cioè ben di più degli attuali coordinatori-consiglieri).

I 20 mini-assessori costeranno qualcosa meno dei 5 presidenti e 100 consiglieri "risparmiati", ma il risparmio per una città come Torino (il cui preventivo 2009 pareggia per la parte corrente a 1.332 milioni di euro) è senz'altro esiguo. Una manovra alla Brunetta, tanto fumo da gettare sul cittadino, e poco arrosto/risparmio.


Inoltre, la formula delle commissioni "territoriali" ostacolerà la "specializzazione" e la tempestività del coordinatore, che dovrà essere un "tuttologo" di una singola zona (anziché un esperto/responsabile di un tema su tutta la Circoscrizione come avviene ora) e recepire proposte e segnalazioni su ogni tipo di tema o problema della zona (dai progetti culturali alle buche del marciapiedi).

La commissione territoriale complica anche la presenza nella commissione stessa di un tecnico competente sui temi che possono emergere: se ad esempio la commissione del quartiere Mirafiori Nord è sul mercato X, verrà il tecnico del settore Commercio, ma il cittadino che vorrà informazioni sul giardino Y avrà di fronte un tecnico che si occupa di tutt'altro, mentre con l'attuale impostazione, "tematica", normalmente il tecnico presente si occupa di buona parte delle materie di competenza della commissione.

Oggi, anche se il tema è il giardino Z, un cittadino che vuole segnalare un problema del giardino X trova un tecnico che gli potrà dire se è previsto l'intervento, o in che tempi sarà risolto il problema
RASSEGNA STAMPA


Massimo

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