Continua la campagna di promozione de "Il fatto" da parte del quotidiano torinese "La Stampa", anche noto come "La busiarda". Forse vi ricorderete di come Emanuela Minucci ci aveva deliziato nei mesi scorsi con amenità come Santa Rita "a due passi dalla centralissima piazza San Carlo", nello stesso articolo sulla zona 30 in cui sembrava più importante citare la 313 di Paperino anziché le informazioni principali (tanto per dire, i confini dell'intervento). In questi giorni la stessa cronista de "La Stampa" ci sta regalando altre sublimi pagine sulla nostra Circoscrizione.
"Certe feste di via sono una vergogna" (28/09/2009): la festa di via di corso Sebastopoli viene descritta come indecente, su imbeccata di esponenti politici (commercianti e persone autorevoli confermano l'ammissione della cronista), mentre quella di via Nizza emerge come un pezzo di storia intoccabile (ritenuta dai commercianti un'immensa distesa di bancarelle, favorita da contributi concessi senza troppe condizioni). L'assessore competente, che da anni tiene nel cassetto la bozza di delibera, ora la sventola come la soluzione di tutti i mali. Peccato che contenga vincoli (ad esempio il numero minimo di negozi aperti) già adottati da tempo nella nostra Circoscrizione, e rispettati nella festa di domenica tanto denigrata. Io oltre ad ascoltare l'"imbeccata monocolore" avrei sentito anche il coordinatore competente. Alias il vicepresidente della Circoscrizione Marco Muzzarelli, che sta facendo da anni un ottimo lavoro (iniziato nello scorso mandato da Claudio Apricena e Sergio Battistoni) per porre diversi "paletti" a garanzia della qualità delle feste di via e per stimolare le associazioni a una maggiore progettualità e innovazione, in un ambito che ne aveva davvero bisogno.
"Tra le case popolari arriva un dormitorio" (29/09/2009): qui non siamo di fronte al grande bluff, anche se il progetto non prevede l'inserimento di persone con problemi di "tossicodipendenza, prostituzione, furto" bensì di 12 madri lavoratrici: difficile che una dozzina di donne che mantengono un lavoro e la custodia dei figli siano così devastanti per la sicurezza della zona. Va bene non creare ghetti e non portare criticità in una zona che - tramite Urban e Contratto di Quartiere - stiamo provando a riqualificare, ma bisogna evitare di alimentare le polemiche forzando termini e versioni.
Tra l'altro "dormitorio" magari è tecnicamente corretto anche in questo caso, ma è una di quelle parole magiche che fanno scattare le proteste (vedi quello di via Filadelfia 12 anni fa), utilissime per una bella polemica sui giornali o per cavalcare il malcontento popolare. Invece, prendersi trenta secondi per analizzare la situazione aiuterebbe a non gridare allo scandalo.
Ma non dimentichiamoci che si parla del magico mondo della macchina di Paperino e di "Santa Rita a 5 minuti da Piazza San Carlo". Che dire? Quell'euro e 20 se lo dovrebbero guadagnare... altrimenti un accenno alla cronaca locale si trova, magari anche più preciso, sulla free press, ed è molto meglio leggere "Il fatto".
Consoliamoci con un'informazione decisamente più trasparente. Mi riferisco a un coraggioso servizio di Micromega, che fa le pulci a uno dei partiti più vicini alla sua linea editoriale e al suo target, Italia dei Valori, mostrando quanto a livello locale venga disattesa l'identità teorica del partito, basata - oltre che sul leader - sulla moralità, la legalità e un modo di fare politica più vicino al bene dei cittadini (o almeno così l'ho sempre intesa io). Il titolo del servizio, riportato qui, è "C’è del marcio in Danimarca (L’Italia dei valori regione per regione)".
Tanto per citare la situazione locale: "In Piemonte, gli ultimi congressi provinciali, seguiti dal regionale, risalgono al 2005. Per la provincia di Torino, a guidare il partito è arrivato a inizio 2008 Gaetano Porcino, ex Margherita, che oggi afferma candidamente di esser stato nominato senza un congresso («a tavolino») per rimodulare la classe dirigente locale di Idv facendo spazio ai suoi accoliti. Porcino è infatti passato all’Italia dei valori insieme ad altri tre consiglieri comunali torinesi (fra cui Rocco Lospinuso, ex Forza Italia, ora nel gruppo misto) e a circa sessanta fra consiglieri comunali e assessori sparsi in tutta la provincia." La situazione in realtà è ancora più complessa e ci sarebbero esempi più illuminanti...
Aldilà del fatto che mi fa piacere leggere firme e testate autorevoli che analizzano con nomi e dati una situazione che - nel mio piccolo e con i miei modesti mezzi - segnalo da tempo, lodo la scelta coraggiosa della rivista che ha analizzato senza riverenza le criticità della formazione politica più vicina alla linea editoriale e all'orientamento elettorale dei lettori. E anche il fatto si sta dimostrando, contrariamente alle mie aspettative, non troppo tenero con i difetti di IDV, in particolare a livello locale. Pur restando naturalmente molto più dissacrante con il PD, che fornisce più spunti per la critica.
"Certe feste di via sono una vergogna" (28/09/2009): la festa di via di corso Sebastopoli viene descritta come indecente, su imbeccata di esponenti politici (commercianti e persone autorevoli confermano l'ammissione della cronista), mentre quella di via Nizza emerge come un pezzo di storia intoccabile (ritenuta dai commercianti un'immensa distesa di bancarelle, favorita da contributi concessi senza troppe condizioni). L'assessore competente, che da anni tiene nel cassetto la bozza di delibera, ora la sventola come la soluzione di tutti i mali. Peccato che contenga vincoli (ad esempio il numero minimo di negozi aperti) già adottati da tempo nella nostra Circoscrizione, e rispettati nella festa di domenica tanto denigrata. Io oltre ad ascoltare l'"imbeccata monocolore" avrei sentito anche il coordinatore competente. Alias il vicepresidente della Circoscrizione Marco Muzzarelli, che sta facendo da anni un ottimo lavoro (iniziato nello scorso mandato da Claudio Apricena e Sergio Battistoni) per porre diversi "paletti" a garanzia della qualità delle feste di via e per stimolare le associazioni a una maggiore progettualità e innovazione, in un ambito che ne aveva davvero bisogno.
"Tra le case popolari arriva un dormitorio" (29/09/2009): qui non siamo di fronte al grande bluff, anche se il progetto non prevede l'inserimento di persone con problemi di "tossicodipendenza, prostituzione, furto" bensì di 12 madri lavoratrici: difficile che una dozzina di donne che mantengono un lavoro e la custodia dei figli siano così devastanti per la sicurezza della zona. Va bene non creare ghetti e non portare criticità in una zona che - tramite Urban e Contratto di Quartiere - stiamo provando a riqualificare, ma bisogna evitare di alimentare le polemiche forzando termini e versioni.
Tra l'altro "dormitorio" magari è tecnicamente corretto anche in questo caso, ma è una di quelle parole magiche che fanno scattare le proteste (vedi quello di via Filadelfia 12 anni fa), utilissime per una bella polemica sui giornali o per cavalcare il malcontento popolare. Invece, prendersi trenta secondi per analizzare la situazione aiuterebbe a non gridare allo scandalo.
Ma non dimentichiamoci che si parla del magico mondo della macchina di Paperino e di "Santa Rita a 5 minuti da Piazza San Carlo". Che dire? Quell'euro e 20 se lo dovrebbero guadagnare... altrimenti un accenno alla cronaca locale si trova, magari anche più preciso, sulla free press, ed è molto meglio leggere "Il fatto".
Consoliamoci con un'informazione decisamente più trasparente. Mi riferisco a un coraggioso servizio di Micromega, che fa le pulci a uno dei partiti più vicini alla sua linea editoriale e al suo target, Italia dei Valori, mostrando quanto a livello locale venga disattesa l'identità teorica del partito, basata - oltre che sul leader - sulla moralità, la legalità e un modo di fare politica più vicino al bene dei cittadini (o almeno così l'ho sempre intesa io). Il titolo del servizio, riportato qui, è "C’è del marcio in Danimarca (L’Italia dei valori regione per regione)".
Tanto per citare la situazione locale: "In Piemonte, gli ultimi congressi provinciali, seguiti dal regionale, risalgono al 2005. Per la provincia di Torino, a guidare il partito è arrivato a inizio 2008 Gaetano Porcino, ex Margherita, che oggi afferma candidamente di esser stato nominato senza un congresso («a tavolino») per rimodulare la classe dirigente locale di Idv facendo spazio ai suoi accoliti. Porcino è infatti passato all’Italia dei valori insieme ad altri tre consiglieri comunali torinesi (fra cui Rocco Lospinuso, ex Forza Italia, ora nel gruppo misto) e a circa sessanta fra consiglieri comunali e assessori sparsi in tutta la provincia." La situazione in realtà è ancora più complessa e ci sarebbero esempi più illuminanti...
Aldilà del fatto che mi fa piacere leggere firme e testate autorevoli che analizzano con nomi e dati una situazione che - nel mio piccolo e con i miei modesti mezzi - segnalo da tempo, lodo la scelta coraggiosa della rivista che ha analizzato senza riverenza le criticità della formazione politica più vicina alla linea editoriale e all'orientamento elettorale dei lettori. E anche il fatto si sta dimostrando, contrariamente alle mie aspettative, non troppo tenero con i difetti di IDV, in particolare a livello locale. Pur restando naturalmente molto più dissacrante con il PD, che fornisce più spunti per la critica.
Massimo
Nessun commento:
Posta un commento