Segnalo, grazie a Gianpaolo, un articolo di Andrea Bertaglio sul sito Terranauta.it, un'analisi della politica agroalimentare di Barack Obama, in merito all'assegnazione di un importante carica del settore. Purtroppo, emergono dinamiche tristemente note dell'amministrazione statunitense: le multinazionali condizionano pesantemente l'amministrazione degli Stati Uniti e quindi di buona parte del mondo. Spesso finanziano la campagna di entrambi i candidati alla presidenza, e dopo il voto passano a riscuotere.
“E' più che mai evidente che il presidente non risponde unicamente ai suoi cittadini, ai suoi elettori o ai suoi 'supporters on line' che ne hanno fatto una star in breve tempo, quando si vedono colossi come la Monsanto ricevere in dono posizioni di potere nel settore agro-alimentare. È infatti di poco tempo fa la decisione di Barack Obama di affidare a Michael Taylor, un avvocato della Monsanto, appunto, il compito di dirigere il nuovo «Food Safety Working Group» - Gruppo di Lavoro per l’Igiene degli Alimenti. Taylor , oltre ad essere un avvocato del colosso biotech della famiglia Shapiro (ed un mago del conflitto d’interessi), è anche periodicamente un consulente della Food and Drug Administration (FDA), l’ente che negli Stati Uniti autorizza i farmaci. Nel 1991, come vice-commissario per le politiche della FDA, Taylor fu tra quelli che più efficacemente indussero l’ente federale ad autorizzare l’uso dell’ormone della crescita geneticamente modificato (dalla Monsanto) per le vacche da latte e i vitelli da carne. In particolare, Taylor fu l’estensore dei regolamenti della FDA sulle etichette alimentari: quelli che vietano in USA di segnalare la presenza di ormone della crescita nelle etichette sulle confezioni di latte, yogurt e formaggi freschi. Nel 1994 Taylor era al ministero americano dell’Agricoltura (USDA) come amministratore del servizio ministeriale di Igiene ed Ispezioni Alimentari. Nel 1998, invece, Taylor è tornato alla Monsanto come vice-presidente delle «politiche pubbliche», ossia della potente attività di lobby della multinazionale”.
Per le associazioni ambientaliste o di consumo critico, Monsanto è praticamente la nemesi.
Nota per la produzione di OGM, in particolare sementi, e altre biotecnologie, Monsanto è periodicamente sotto processo per i danni causati dai suoi prodotti, e oggetto di boicottaggio.
Durante la crisi del '29 introduce nell'industria i policlorobifenili (PBC): inerti, resistenti al calore, utili all’industria elettrica e come liquidi refrigeranti nei trasformatori. Pochi anni dopo si scopre che il PCB è un composto chimico tossico, ma la Monsanto va avanti pressoché indisturbata.
Negli anni '40 si occupa di diossine e fabbrica l’erbicida noto come 245T. Così efficace che già negli anni '60 le grandi praterie americane, così infestate, diventano «silenti» perché prive di animale: partono le prime campagne ecologiche americane. L’erbicida è così potente che l’esercito americano lo usa come defoliante nella sua guerra in Vietnam.
Sempre durante il Vietnam, la Monsanto vende all’esercito americano il tristemente famoso «agente orange». Una volta scoperti gli effetti delle diossine sull’ambiente, nel 1971 grazie alle pressioni degli scienziati e dell'opinione pubblica e alle diserzioni in massa dei giovani americani viene sospeso l'uso dell'agente. Un prodotto cancerogeno che ha provocato danni immunitari e riproduttivi che ancora colpiscono i vietnamiti.
Negli anni '80 scopre il glifosato, sostanza base per molti erbicidi, e soprattutto del tristemente famoso Roundup, pesticida potente e conveniente, che però fa male agli uomini. I disordini provocati dal glifosato sono noti e documentati, ma le lobbies pro-pesticidi sono ormai potentissime, inarrestabili. Monsanto immette sul mercato una specie di semente resistente al glifosato, per poter vendere sia il Roundup sia le sementi resistenti, Roundup ready. Un pacchetto di cui ha l'esclusiva.
Dal 1997 Monsanto comincia a vendere soia, mais e colza transgenici, cioè con un gene "resistente al Roundup". Prodotti che arrivano sulle tavole di tutto il mondo, protetti dall'anonimato dei caratteri microscopici usati sulle etichette per segnalarli.
Nel 1998 una delle nuove aziende Biotech del gruppo ha inventato e brevettato la tecnica «sistema di protezione della tecnologia»: una modifica genetica alla pianta che la rende sterile.
Più recentemente Monsanto è stata criticata per la produzione di Posilac, un ormone sintetico per l'allevamento, secondo i detrattori non adeguatamente testato e da loro ritenuto colpevole di danni sia al bestiame che all'uomo.
Durante la crisi del '29 introduce nell'industria i policlorobifenili (PBC): inerti, resistenti al calore, utili all’industria elettrica e come liquidi refrigeranti nei trasformatori. Pochi anni dopo si scopre che il PCB è un composto chimico tossico, ma la Monsanto va avanti pressoché indisturbata.
Negli anni '40 si occupa di diossine e fabbrica l’erbicida noto come 245T. Così efficace che già negli anni '60 le grandi praterie americane, così infestate, diventano «silenti» perché prive di animale: partono le prime campagne ecologiche americane.
Sempre durante il Vietnam, la Monsanto vende all’esercito americano il tristemente famoso «agente orange». Una volta scoperti gli effetti delle diossine sull’ambiente, nel 1971 grazie alle pressioni degli scienziati e dell'opinione pubblica e alle diserzioni in massa dei giovani americani viene sospeso l'uso dell'agente. Un prodotto cancerogeno che ha provocato danni immunitari e riproduttivi che ancora colpiscono i vietnamiti.
Negli anni '80 scopre il glifosato, sostanza base per molti erbicidi, e soprattutto del tristemente famoso Roundup, pesticida potente e conveniente, che però fa male agli uomini. I disordini provocati dal glifosato sono noti e documentati, ma le lobbies pro-pesticidi sono ormai potentissime, inarrestabili. Monsanto immette sul mercato una specie di semente resistente al glifosato, per poter vendere sia il Roundup sia le sementi resistenti, Roundup ready. Un pacchetto di cui ha l'esclusiva.
Dal 1997 Monsanto comincia a vendere soia, mais e colza transgenici, cioè con un gene "resistente al Roundup". Prodotti che arrivano sulle tavole di tutto il mondo, protetti dall'anonimato dei caratteri microscopici usati sulle etichette per segnalarli.
Nel 1998 una delle nuove aziende Biotech del gruppo ha inventato e brevettato la tecnica «sistema di protezione della tecnologia»: una modifica genetica alla pianta che la rende sterile.
Più recentemente Monsanto è stata criticata per la produzione di Posilac, un ormone sintetico per l'allevamento, secondo i detrattori non adeguatamente testato e da loro ritenuto colpevole di danni sia al bestiame che all'uomo.
Il timore di aver mitizzato una persona trova purtroppo una conferma. Ma Obama resta, si spesa, l'uomo del cambiamento. Rimangono la portata storica dell'elezione del primo presidente USA afro, e un cambiamento di rotta almeno parziale rispetto ai terribili mandati Bush, molto più ambientalista e meno orientato al business bellico.
Massimo
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