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martedì 5 febbraio 2008

Shock economy

E' stato pubblicato qualche mese fa "Shock economy - L’ascesa del capitalismo dei disastri", il nuovo libro di Naomi Klein. L’introduzione è disponibile sul sito di Rizzoli. Inoltre il Guardian ha pubblicato - in inglese - quattro estratti: The Shock Doctrine, The age of disaster capitalism, The erasing of Iraq e Why failure is the new face of success.



La Klein, che non si definisce scrittrice ma "un'attivista che si esprime attraverso i libri", è l'autrice di "No Logo", il libro "cult" del movimento no global (ora "new global"), in realtà un testo che ha esposto realtà tragiche e importanti di cui non si parla molto, sebbene siano importanti per capire come funziona l'economia ad alti livelli. Non solo un attacco alle multinazionali, ma una spiegazione del mutato rapporto tra marketing e produzione, e un'analisi sulla vergogna delle "zone industriali di esportazione": fabbriche insediate nel sud est asiatico per produrre a basso costo sfruttando manodopera disperata in fuga dalle campagne.

Il recente "Shock economy" indaga su altri aspetti oscuri dell'economia odierna, smontando il mito del "trionfo pacifico e democratico dell’economia di mercato” e analizzando una dottrina che spinge a sfruttare il disorientamento pubblico derivato da grandi shock collettivi (guerre, attacchi terroristici, catastrofi naturali) per imporre misure economiche impopolari e antidemocratiche. Le tragedie diventano - se non lo sono già in partenza - utili strumenti di mercato, di propaganda, di politiche assolutiste.

Il titolo originale del libro è "The shock doctrine", lo stesso dato al cortometraggio realizzato dalla Klein e Alfonso Cuaron (regista de "I figli degli uomini"), presentato al Festival di Venezia. In quell'occasione Naomi Klein ha incontrato il comitato Dal Molin di Vicenza (che si oppone all'ampliamento dell'omonima base militare americana), dichiarando il suo pieno appoggio alla causa: "Sostengo completamente la loro battaglia".


Il filmato dura sei minuti e dopo il Festival è stato distribuito gratuitamente sulla rete: "Solo la condivisione della informazioni permette la resistenza contro i manipolatori delle catastrofi. Quando ho avuto l'idea non pensavo assolutamente a portarlo qui, volevo solo renderlo disponibile gratuitamente su internet. E' stato Alfonso (Cuaron, ndr), con cui avevo già collaborato per un documentario sulla sua pellicola Children of Men, che ha deciso di inviarlo ai festival". Una buona occasione di diffusione visto che, come ricorda la Klein "è molto difficile che i cortometraggi vengano distribuiti nelle sale".



Sul sito dedicato al cortometraggio, è disponibile anche una versione di migliore qualità.

Sei minuti risultano sufficienti ad esporre chiaramente la tesi delle due opere. Si parte dagli anni '40 e '50, quando negli ospedali psichiatrici si comincia a utilizzare l'elettroshock. Il lavaggio del cervello viene adottato dalla Cia nella gestione dei prigionieri, poi dagli economisti liberisti che fanno capo a Milton Friedman, con un progressivo spostamento dal campo individuale a quello collettivo. Sfruttando questa dinamica: dopo una catastrofe naturale, un atto terroristico, un colpo di Stato, le persone sono più inclini a farsi proteggere dai propri leader. I quali ne possono approfittare per introdurre misure altrimenti indigeste, specialmente in ambito economico.

Gli esempi sono numerosi: nel Cile di Pinochet fu tagliata del 50% la spesa pubblica, in Iraq "si approfitta di un Paese impantanato in una guerra civile per privatizzare tutte le compagnie petrolifere". C'è un antidoto, si chiama informazione. Il cortometraggio si chiude con uno slogan, a caratteri cubitali: "L'informazione è resistenza allo shock. Armati". La Klein l'ha ribadito a Venezia: "Condividendo le notizie che abbiamo - spiega - possiamo riconoscere collettivamente lo shock, e metabolizzarlo".



Massimo

1 commento:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
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