
Calderoli gliel'aveva già giurata, lo avrebbero "fatto fuori" in caso di fallimento della spallata. Fini e Casini erano pronti a fargli le scarpe.
Alla fine, Prodi passa indenne il voto del Senato (!) sulla finanziaria, senza nemmeno porre la fiducia (!). Grande fiasco per il cavaliere, che si trova all'angolo, guardia bassa, sguardo spento, pronto a cadere al tappeto.

In questo caso, sono bastati due numeri da baraccone:
1) fingere che la raccolta di firme contro Prodi abbia coinvolto dieci milioni di italiani (uno su cinque... ma dai... quanti gazebo avete visto? quante persone conoscete che hanno firmato?)
2) cambiare nome a Forza Italia, che dopo 13 anni abbandona quello populista e "antipolitico" per passare a uno incerto, con una variante persino sinistreggiante (si prepara l'inciucio...): "Partito della Libertà" o "Partito del Popolo della Libertà"
Avete capito bene... una balla colossale, e un cambio di nome... e oplà, Berlusconi cancella la sonora sconfitta, torna protagonista del teatrino della politica, mentre i suoi nemici-amici che erano finalmente a un passo dal farlo fuori e sottrargli la leadership del centrodestra, ora devono correre ai ripari. Già si parla di "mossa del cavallo" di Fini che, con un ennesimo accentramento, potrebbe allearsi con l'UDC.

Insomma, foschi scenari, proprio quando si profilava un ridimensionamento di mister B.
Purtroppo in questo Paese si diventa "Vip" rubando, o sfruttando il coinvolgimento in fatti di cronaca nera, o, nel migliore dei casi, mostrando le proprie grazie senza ostentare altro talento: logico che si possa trasformare la sconfitta in trionfo con un paio di trucchi da quattro soldi. Certo, controllare l'intero sistema mediatico non guasta.
Massimo
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