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lunedì 22 ottobre 2007

Il paese delle meraviglie

Ha caratteristiche fiabesche ma è tutto splendidamente vero. In Austria, al confine con l'Ungheria, la cittadina di Güssing indica la strada per l'unico futuro possibile: l'energia pulita prodotta localmente. 4.000 abitanti, capitale del Burgerland, regione povera dell'Austria, Güssing è uscita dall'anonimato e dalla povertà sfruttando ciò che la natura le mette a disposizione per produrre l'energia necessaria, anziché comprarla a caro prezzo.

Rheinard Koch, 46 anni, ingegnere alto due metri e quattro, ex nazionale di basket, è l'uomo da cui è partita la rivoluzione. Il sole, il legno, il mais, i grassi vegetali, i rifiuti, a Güssing si trasformano in riscaldamento, elettricità, gas, carburante. I pannelli solari termici riscaldano l'acqua domestica, mentre quelli fotovoltaici generano energia elettrica. Dice Koch: "Certo che è un sistema perfetto, ed è per questo che le grandi lobby non lo vogliono. Parliamo di molti soldi, e molti soldi vuol dire molto potere. Se ogni comunità facesse come noi, quel potere verrebbe meno".

Güssing è la dimostrazione che una società sostenibile non è una chimera. L'uso dell'energia alternativa ha permesso alla città di minimizzare le emissioni di CO2 e di guadagnare ogni anno, dalla vendita del surplus energetico alla rete nazionale, 500 mila euro che vengono reinvestiti in nuovi progetti. Dal '95 ad oggi, le emissioni sono state ridotte del 93%: Vaxjo, la città svedese premiata come Sustainable Community, negli ultimi dieci anni ha ridotto i veleni nell'aria del 25% (cioè nemmeno un terzo rispetto alla cittadina austriaca). E Al Gore ha auspicato una riduzione del 90% entro il 2050 (cioè un risultato inferiore a quello di Güssing e raggiunto in un arco di tempo 4 volte maggiore).

Vicino alla sede del Centro Europeo di Energia Rinnovabile, in Europastrasse, è stato necessario costruire un albergo per le comitive che arrivano da tutto il mondo: diplomatici, scienziati giapponesi, ricercatori canadesi, contadini scozzesi... quasi 5.000 visitatori nel 2006. Il sindaco Peter Vadasz è ovviamente entusiasta: "Non avremmo mai sognato di raggiungere simili risultati: la montagna di denaro che prima lasciava la città, adesso rimane qui".



Nel 1989 Güssing era la capitale di una delle regioni più povere dell'Austria. Unica prospettiva era il lavoro nei campi. Tra il 70% di popolazione costretto a emigrare, c'era lo stesso Koch, che venne però richiamato dal sindaco di allora che gli offrì un posto come tecnico comunale. Racconta Koch: "Ci siamo chiesti che cosa si poteva fare per creare lavoro e ricchezza. E per prima cosa abbiamo realizzato che qui c'erano molti soldi: tutti quelli che la gente doveva spendere per procurarsi energia. Erano 36 milioni l'anno per la regione, 6 per Güssing. E così abbiamo pensato di creare da noi l'energia, sfruttando le nostre risorse".

E così è stato. I progetti principali erano incentrati sulle energie rinnovabili e hanno portato alla realizzazione di una centrale da 4,5 Megawatt alimentata a biomasse - piu' precisamente biogas prodotto dalla fermentazione di rifiuti legnosi nella cittadina stessa - e di altre due centrali da 0,5 Megawatt, di cui una alimentata da biogas prodotto dalla fermentazione del mais. In 10 anni sono nate 60 aziende, 1.200 posti di lavoro. "Abbiamo scalato la classifica della povertà e siamo diventati i primi produttori al mondo di gas naturale". Ora Güssing è completamente autosufficiente. Negli otto diversi impianti produce 22 megawattora di energia l'anno, 14 necessari alla comunità, 8 di surplus, che vengono venduti.

Ora nella cittadina convivono tradizione e modernità, e soprattutto vero progresso. "La cosa più difficile - spiega Koch - è stata quella di convincere la gente che la nostra energia era buona come quella delle multinazionali". Energia altrettanto valida, e dal costo inferiore del 30- 40% in meno rispetto al resto del Paese. Per qualcuno Koch è un visionario: "Forse. Ma le mie visioni sono diventate realtà".

Massimo

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