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martedì 21 agosto 2007

Farmaci generici: respinto il ricorso Novartis

Al rientro dalle ferie, comunico con piacere una notizia che forse è passata inosservata: è stato respinto il ricorso della Novartis contro la produzione indiana di farmaci generici a basso costo, compresi quelli contro l'HIV (vedi post del 25 marzo, "Brevetti killer"). Condivido volentieri il messaggio con questo link.


Traggo ulteriori particolari da un articolo del Manifesto e dall'Ansa.
L'Alta corte di Chennai (ex Madras, capitale del Tamil Nadu) ha respinto dunque il ricorso della Novartis, stabilendo che la questione non è di competenza nazionale bensì, eventualmente, del WTO. La multinazionale comunque non sembra intenzionata a rivolgersi alla Corte
suprema indiana né al WTO.
Le ultime sentenze sconsigliano altri tentativi simili. Big Pharma dovette ritirare l'azione legale contro il Sud Africa per i brevetti sui farmaci anti-Aids.

Il ricorso Novartis verteva su un unico farmaco, l'antitumorale Glivec, puntava tuttavia a scardinare la legge sui brevetti, approvata dal parlamento indiano nel 2005, che contiene due clausole di salvaguardia. La prima (applicata anche dagli Stato Uniti, ad esempio contro la minaccia antrace), permette al Paese di sospendere l'efficacia dei brevetti e d'autorizzare la produzione dei farmaci generici in caso d'emergenza sanitaria nazionale. La seconda riconosce il brevetto solo a farmaci realmente innovativi, non a quelli che aggiungono piccole modifiche di facciata ai principi attivi già in commercio, stratagemma largamente utilizzato nell'industria farmaceutica (ad esempio da Big Pharma) per «allungare» artificiosamente la vita dei brevetti, e dunque tenere alti i prezzi dei farmaci e i guadagni.
Il brevetto del Glivec risale al 1993, Novartis ne detiene il monopolio in 36 paesi, la dose annuale costa 27 mila dollari. La multinazionale svizzera pretendeva d'imporre il brevetto anche all'India dove 5 case farmaceutiche locali producono da tempo farmaci generici equivalenti che costano 13 volte di meno. Fino al 2005 l'India non riconosceva alcun brevetto sui medicinali, successivamente la legge ha fissato il principio che i prodotti che «non aggiungono nulla di nuovo» non meritano l'esclusiva. Principio sacrosanto che, se fosse diffuso a livello internazionale, rafforzerebbe il ruolo dell'India di «farmacia dei paesi poveri». Novartis, con una causa pilota, mirava ad arginare questo ruolo.

Il ministro della sanità indiano Anbumani Ramadoss aveva chiesto alla Novartis di ritirare la causa avviata dicendosi molto preoccupato che una decisione ad essa favorevole potesse ostacolare la disponibilità di farmaci economici contro l'AIDS. L'India ha la terza comunità di malati di Hiv del mondo dopo Sudafrica e Nigeria.

Leena Menghaney, portavoce della sezione indiana di Medici senza frontiere, accoglie con gioia la bocciatura del ricorso Novartis: «Le case farmaceutiche indiane possono continuare a produrre medicinali generici a basso costo, non si regalano brevetti a pioggia ad aziende che si limitano a rimestare sempre le stesse molecole». Una sentenza «storica», commenta Raffaella Ravinetto, presidente di Msf Italia, «un grosso sollievo per milioni di pazienti e per migliaia di medici che nei paesi poveri dipendono in larga misura dai farmaci prodotti in India».
Oltre 400 mila persone nel mondo avevano sottoscritto la petizione per convincere Novartis a ritirare la causa. Tra questi Desmond Tutu, John Le Carrè, Naomi Klein e, in Italia, Beppe Grillo, Dario Fo e Walter Veltroni. E, last but not least, il vostro affezionato blogger di quartiere.



Massimo

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