Sul fronte italiano, il centro di sperimentazione principale è Gela, dove si utilizza la CO2 prodotta dalle raffinerie.
La Solix Biofuel di Boulder (Colorado), in collaborazione con la Colorado State University, prevede invece di commercializzare in un paio d’anni un’innovativa tecnologia che, a partire da alghe coltivate in appositi bioreattori, sarà in grado di produrre combustibile a costi contenuti e in grandi quantità, da convertire successivamente in biodiesel.
Il processo si basa sull’esperienza ventennale del National Renewable Energy Laboratory (NREL) e sfrutta la fotosintesi che avviene nelle alghe per convertire l'anidride carbonica e l'energia solare in un combustibile dal costo contenuto. Per la sua facoltà di "sequestrare" la CO2, la nuova soluzione è particolarmente interessante anche la riduzione di emissioni dei gas ad effetto serra.
Il bioreattore è composto consiste principalmente da due grandi tubi piatti realizzati con una speciale plastica trasparente. All’interno, isolate per ridurre al minimo il rischio di infestazioni, vengono coltivate le alghe. Un innovativo sistema di controllo a basso consumo energetico mantiene la temperatura al livello ideale per ottimizzare il tasso di crescita delle colture.
Per consentire a tutte le alghe di ricevere, a turno, la luce del sole, due rulli vengono fatti scorrere per la lunghezza del bioreattore in modo da comprimere il fluido e mantenerlo in agitazione. Il movimento è tale da sostituire continuamente la massa vegetale che giunge a ridosso della superficie e intercetta la radiazione solare.
L’anidrire carbonica viene iniettata all’interno del bioreattore per consentire il processo fotosintetico. La Solix ha avviato una collaborazione con la New Belgium Brewing Co. per utilizzare gli eccessi di CO2 derivati dal processo di fermentazione della birra.
Secondo Jim Sears, il fondatore della Solix, utilizzando le alghe si potrebbe produrre 100 volte più carburante per ettaro rispetto alle colture che attualmente vengono destinate alla produzione di biocombustibili. Ogni ettaro adibito all’installazione di biorettori darebbe modo di produrre 40 tonnellate di biodiesel l’anno.
Massimo
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