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lunedì 11 settembre 2006

11 settembre 2001: attacco al cuore dell'Occidente

5 anni fa, martedì 11 settembre 2001, gli Stati Uniti d'America vennero attaccati nel loro territorio, attraverso il dirottamento di 4 aerei di linea, risultato poi opera di Al Qaeda, la rete di terrorismo islamico creata dal miliardario saudita Osama Bin Laden.


In quella drammatica mattina di 5 anni fa, alle 8.45 (le 14.45 in Italia) un Boeing 767 centra la torre nord del World Trade Center.
20 minuti dopo un altro Boeing si 767 schianta contro la torre sud, escludendo l'ipotesi dell'incidente: l'America è sotto attacco. Tutti gli aerei in volo sul territorio americano vengono fatti atterrare, quelli in arrivo vengono deviati in Canada o Messico.
Alle 9.45 un Boeing 757 si schianta su un'ala del Pentagono. Dieci minuti dopo viene ordinato l'abbattimento di qualsiasi aereo non identificato.
Alle 10.05 la torre sud collassa su se stessa. Alle 10.10 il quarto aereo dirottato precipita in una zona disabitata in Pennsylvania.
Alle 10.28 crolla anche la torre nord, la prima a essere stata colpita. Nei 4 attentati perdono la vita quasi 3.000 persone.

Il simbolo del potere economico è crollato, il centro del potere militare è stato oltraggiato, mentre il potere politico è scampato alla minaccia (il quarto aereo era probabilmente diretto alla Casa Bianca o alla sede del Congresso).

Da quel giorno è crollato il mito dell'inviolabilità del territorio americano e Osama Bin Laden ha acquisito una sinistra fama planetaria. Quel martedì è divenuto "la data" per antonomasia, espressione che da sola evoca quegli attentati, le loro conseguenze e il terrorismo islamico in generale. "Dopo l'undici settembre" si iniziò a dire con insistenza "nulla sarà piu' lo stesso".

Un mese dopo gli attentati, gli Stati Uniti mossero guerra all'Afghanistan dei talebani, vertici di un regime fondamentalista sospettato di ospitare le basi e i vertici di Al Qaeda. Bin Laden non è stato catturato, le truppe "alleate" sono ancora lì, il Paese vive nel caos e il nuovo governo è legato strettamente agli Stati Uniti. Situazione replicata in Irak nel marzo del 2003, nonostante l'opposizione planetaria all'intervento e il parere negativo dell'Onu. Saddam Hussein è stato catturato ma decine di migliaia di persone sono morte a causa dell'intervento militare. Ancora oggi continuano gli scontri, il caos e gli attentati.

Non ci sono morti di diverso valore. Persone innocenti muoiono ogni giorno di fame, sete, malattia, povertà, a causa di guerre, fanatismi, questioni economiche. E di tutti questi mi rammarico, non c'è destra o sinistra, non ci sono buoni e cattivi. Provo tristezza e pena per chi inneggia al massacro degli arabi, a Nassiriya, o al crollo delle torri. La strumentalizzazione e la "gerarchizzazione" delle vittime è comunque becera, da qualunque parte la si faccia.

In ogni caso, molti aspetti strani e vergognosi si nascondono dietro l'11 settembre, nelle cause, nelle dinamiche degli attentati e nelle conseguenze:

sono stati documentati movimenti di borsa anomali e inequivocabili nei giorni precedenti l'attacco, relativi alle compagnie aeree coinvolte (vedi analisi di Giulietto Chiesa segnalata il primo giugno);

gli interventi bellici in Afghanistan e Iraq erano stati programmati molto tempo prima degli attentati;

le lacune dei servizi segreti e del sistema di sicurezza militare sono state talmente macroscopiche da risultare sospette;

le indagini lampo per trovare i responsabili sono state condite con ammiccamenti da b-movie, come il ritrovamento su un'autmobile di documenti di identità, corano e manuale di volo (un'ultima ripassata alle istruzioni?);

la crisi economica era sufficientemente profonda da necessitare sia una giustificazione clamorosa sia un rimedio forte, quale un intervento militare di lungo periodo;

il bisogno di Bush di riconquistare consenso, fino a quel momento in caduta libera;

alcune questioni chimiche e fisiche legate al crollo delle Twin Towers hanno inoltre fatto pensare a una demolizione controllata, cariche di esplosivo piazzate negli edifici per assicurare l'"effetto";

la scarsità di immagini relative all'impatto sul Pentagono ha destato qualche sospetto, e la storia dei passeggeri che eroicamente si sacrificano per impedire ai terroristi di colpire l'obiettivo potrebbe sembrare solo una versione che "suona meglio" rispetto all'abbattimento dell'aereo.

Qui si può leggere un'interessante analisi su cosa può aver portato all'11 settembre e su alcune questioni che "non quadrano". A questo si possono aggiungere i film e le tesi di Michael Moore, il video "Loose Change", numerose trasmissioni televisive (Giulietto Chiesa ha partecipato nei mesi scorsi a un paio di puntate di Matrix dedicate alla vicenda), nonchè centinaia di libri e di siti Internet che promuovono o contestano le teorie di complotto.

Le possibilità offerte dalla Rete consentono di dare spazio anche alle voci indipendenti, spezzando un po' il monopolio delle voci ufficiali e del "mainstream" in generale, normalmente addomesticato dai poteri politici ed economici. L'altra faccia della medaglia è che sono libere di proliferare anche le informazioni piu' distorte e farneticanti e diventa difficile orientarsi in un mare di fonti incontrollate.

Rispettando i dettami del terrorismo di qualsiasi matrice, l'11 settembre ci ha reso piu' insicuri, piegando alle questioni di sicurezza le libertà individuali. Quegli attentati, e in particolare l'impatto degli aerei sulle Torri Gemelle, sono diventati anche un fenomeno mediatico. La scelta di colpire entrambe le Torri probabilmente non è stata casuale. Dell'impatto sulla torre nord esistono pochissime immagini, tra cui il cosidetto "video del pompiere":







Ma l'allarme scatenato dal primo attentato ha fatto si che lo schianto del secondo aereo e il crollo delle torri avvenisse praticamente in mondovisione, ripreso da diverse angolazioni. Immagini viste all'infinito in televisione che sono dunque entrate nell'immaginario collettivo.





E, complici l'egoismo e l'etnocentrismo, difficilmente dimentichiamo che a migliaia di chilometri di distanza ma in un contesto estremamente "occidentale", simile al nostro e visto tante volte nei film, un giorno è arrivata la guerra, la violenza che pensavamo confinata ai Paesi "diversi".
Difficile ignorare che per colpa della follia o degli interessi di qualcuno una mattina di settembre migliaia di uomini sono morti, schiacciati dalle macerie, o peggio ancora costretti a scegliere tra bruciare vivi e saltare giu' da un grattacielo.

Massimo

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